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Le Grandi Storie D'Amore

Aperto da LaDeA, Aprile 06, 2012, 02:48:10 PM

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LaDeA

La famiglia di Guido da Polenta (signore di Ravenna e di Cervia) e i Malatesta da Rimini erano due tra le più potenti famiglie  della Romagna.
Francesca nacque probabilmente intorno al 1260. Nel 1275, quando Francesca aveva circa 15-16 anni, il padre organizza il matrimonio della figlia esclusivamente per ragioni politiche. Le due famiglie erano state spesso in contrasto fra loro; pertanto si pensò che un matrimonio tra i loro rampolli potesse riportare la pace in famiglia. Francesca fu dunque promessa al primogenito dei Malatesta, Giovanni detto Gianciotto (da ciotto = zoppo). Per timore che Francesca rifiutasse di sposarlo, le due famiglie ricorsero a un inganno: fu inviato a Ravenna il fratello minore Paolo, detto il Bello. Francesca si invaghì di lui ed accettò con gioia il matrimonio e pronunciò il sì senza sapere che si trattava di un matrimonio per procura. Quando si trovò al suo fianco Gianciotto, brutto e malvagio, dovette rassegnarsi alla cattiva sorte e cercò di essere una sposa buona e docile.
I due sposi vissero probabilmente nel castello di Gradara ed ebbero una figlia, di nome Concordia.
Gianciotto, divenuto podestà di Pesaro, partiva la mattina presto e rincasava molto tardi.
Suo fratello Paolo, che era stato scelto da Papa Martino V nel 1282 come capitano del popolo a Firenze, frequentemente si recava a far visite alla cognata.  Progressivamente la loro amicizia si trasformò in amore intenso e passionale, ma i due, per qualche tempo, non osarono confessare a se stessi l'intensità del loro sentimento.
Il malvagio Gianciotto aveva affidato a un servo l'incarico di controllare la moglie e da lui venne informato delle frequenti visite del fratello Paolo.
Insospettitosi, un giorno finse di partire. Quel giorno i due cognati stavano leggendo insieme un libro, la storia di Lancillotto e Ginevra. Man mano che procedevano nella lettura cominciarono a capire la vera natura del sentimento che li legava e si baciarono. In quel momento Gianciotto, che si era nascosto, rientrò da un passaggio segreto e scoprì i due amant. Accecato dalla gelosia, estrasse la spada e li uccise. Il tragico epilogo della storia è accaduto tra il 1283 e il 1285.  Secondo quanto riferisce il Boccaccio, i due amanti furono seppelliti insieme.
Si ha una scarsa documentazione storica della vicenda e dei suoi protagonisti, ma abbiamo numerose fonti letterarie. Dante Alighieri ne venne a conoscenza quando aveva circa vent'anni.
Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.
(DANTE – La Divina Commedia – Inferno, Canto V).

Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Chatta con me! *-*

Consuelo

Romeo, figlio ed erede della famiglia Montecchi, è innamorato della bella Rosalina e non teme di affrontare a questo riguardo gli scherzi dei suoi amici Benvolio e Mercuzio.

Capuleti, il capo della famiglia rivale si prepara  a dare una grande festa per permettere a sua figlia, Giulietta, di incontrare il Conte di  Parigi. Quest'ultimo, in effetti, l'ha richiesta in matrimonio ed i genitori di Giulietta sono favorevoli a quest'unione. Romeo - che crede di trovarvi Rosalina - si autoinvita con gli amici Benvolio e Mercuzio a questo grande ballo mascherato. Scorge Giulietta

e resta folgorato dalla sua bellezza cadendo follemente  innamorato di lei; è il colpo di fulmine reciproco. Le si avvicina e l'abbraccia due  volte quindi si ritira. Romeo e Giulietta scoprono adesso  la loro identità reciproca. Disperati  si rendono conto di essersi innamorati  ciascuno del proprio peggior nemico.

Romeo sente una dichiarazione d' amore di Giulietta verso di lui e allora le propone un matrimonio segreto.

Il giorno del matrimonio, Romeo si trova coinvolto in una rissa e, furibondo per l' uccisine di un suo amico, uccide a sua volta Tebaldo, cugino di Giulietta.

Scoperto, è costretto a fuggire a Mantova.

Intanto Giulietta è costretta a sposare un gentiluomo, ma beve un narcotico che la fa sembrare morta per 40 ore.

Frate Lorenzo da ordine di portare a Romeo la notizia per fuggire insieme a Giulietta, ma il messaggero non arriva da Romeo, il quale crede che  la sua amata sia veramente morta.

Romeo, colpito dal dolore, si reca al sepolcro di lei e beve un potente veleno che lo fa morire accanto alla sua sposa segreta.

Finito l' incantesimo, Giulietta si sveglia e, compreso l' accaduto, si trafigge con un pugnale.

Una bellissima storia d'amore, nonostante finisca in modo triste!
Capisci l'importanza di quella persona quando non è con te.
Se ti manca, allora è davvero importante.

LaDeA

Abelardo ed Eloisa.
Pietro Abelardo, figlio di un cavaliere, rinunciò ai beni ed alla carriera delle armi per dedicarsi agli studi, Fu un chierico assai irrequieto ed intraprendente, come tutti i clerici vagantes, ossia gli intellettuali dell'epoca. Divenne ben presto un illustre docente universitario di teologia e grande filosofo. 
A Parigi tenne lezioni mirabili, seguite da studenti di tutt'Europa. Per la sua eloquenza godette dell'ammirazione generale, ma si fece anche dei nemici. Tra gli allievi c'era la giovane Eloisa, nipote del canonico Fulberto, bella, colta, intelligente e sensibile. Tra il trentanovenne professore e la diciassettenne allieva nacque un amore appassionato.
Per starle vicino Abelardo chiese di andare a pensione dall'ignaro Fulberto. Innamorato follemente, compose per Eloisa struggenti poesie d'amore che si diffusero rapidamente per tutta Parigi. Fulberto venne presto a conoscenza della loro relazione e lo mandò via, ma Eloisa era rimasta incinta. Abelardo decise di rapirla e la portò nel suo paese natale a Pallet, in Bretagna. Qui nacque il loro figlio, a cui fu dato non il nome di un santo ma quello di uno strumento scientifico, Astrolabio. Abelardo propose di sposare Eloisa, purché il matrimonio restasse segreto, ma ben presto furono in molti a venirne a conoscenza.   
Per evitare scandali, Abelardo mandò Eloisa in convento. Fulberto, pensando che egli avesse costretto Eloisa a prendere i voti per liberarsi di lei, si vendicò crudelmente e mandò i suoi sgherri ad evirarlo. Abelardo abbandonò la carriera accademica  e narrò le sue disgraziate vicende nell'opera Historia calamitatum mearum.
Eloisa passò il resto della sua vita in un convento. Tra i due iniziò una fitta corrispondenza epistolare, in cui la loro ardente passione venne sublimata e spiritualizzata. Le loro salme furono tumulate insieme nel cimitero del Paràclito.
Tutti si precipitavano a vederti quando apparivi in pubblico e le donne ti seguivano con gli occhi voltando indietro il capo quando ti incrociavano per la via.
Al mio signore, anzi padre, al mio sposo anzi fratello, la sua serva o piuttosto figlia, la sua sposa o meglio sorella... ti ho amato di un amore sconfinato... mi è sempre stato più dolce il nome di amica e quello di amante o prostituta, il mio cuore non era con me ma con te.
Quale regina, quale donna potente non invidiava le mie gioie e il mio letto? Avevi due cose in particolare che ti rendevano subito caro: la grazia della tua poesia e il fascino delle tue canzoni, talenti davvero rari per un filosofo quale tu eri.
Eri giovane, bello, intelligente.
Quei piaceri d'amor che abbiamo gustato insieme sono stati così dolci per me, che non posso pentirmene e nemmeno cancellarne il ricordo. Da qualunque parte mi volga mi sono sempre davanti agli occhi con tutta la forza della loro attrazione. 
Anche quando dormo mi perseguitano le loro illusioni; perfino nei momenti solenni della messa, quando la preghiera deve essere più pura, le immagini oscene di questi piaceri si impadroniscono talmente della mia povera anima che mi abbandono più a queste turpitudini che alla preghiera. 
Io, che dovrei piangere su quello che ho fatto, sospiro invece per ciò che ho perduto, e non solo quello che abbiamo fatto insieme, ma i luoghi, i momenti in cui l'abbiamo fatto sono talmente impressi nel mio cuore che li rivedo con te in tutti i particolari e non me ne libero nemmeno durante il sonno. 
Abelardo ed Eloisa - Lettere d'amore, Rusconi Milano 1971.
Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Chatta con me! *-*

Consuelo

Frédérick Chopin (1810 – 1849) è considerato il più grande compositore polacco ed uno dei più grandi pianisti di tutti i tempi.

Tenne in pubblico la sua prima esibizione nel 1818. A Parigi Chopin strinse amicizia con molti musicisti (Franz Liszt, Vincenzo Bellini, Hector Berlioz), e fu invitato a corte. Nel 1835 ebbe un breve fidanzamento con la contessa Maria Wodzińska.

Nel 1838 conobbe la scrittrice Aurora Dupin, più grande di lui di sei anni. La Dupin era diventata una famosa scrittrice con uno pseudonimo maschile (George Sand). Autrice di romanzi, novelle, racconti, opere teatrali,  ebbe un ruolo attivo nei dibattiti politici dell'epoca e fu un'accesa femminista. Oltre allo pseudonimo maschile, Gorge Sand amava vestire da uomo, fumare la pipa ed assumere in pubblico tutti quegli atteggiamenti che erano impensabili in una donna.

In quel periodo Chopin compose le sue più belle mazurche e i suoi notissimi Notturni. Il loro rapporto fu piuttosto burrascoso. La Sand a volte si comportava come appassionata amante, altre volte trattava Chopin come un fratello. Descrisse nel romanzo Lucrezia Floriani i difficili rapporti con il compositore.

Nonostante avesse calcato la mano sui difetti del protagonista maschile, tutti intesero il romanzo come un'opera autobiografica e previdero la prossima fine della loro unione.

La loro storia, ormai logora, si concluse con un banale litigio per questioni di famiglia. Chopin, ammmalato da tempo, morì due anni dopo.
Capisci l'importanza di quella persona quando non è con te.
Se ti manca, allora è davvero importante.