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Il fantasma di Caterina Sforza

Aperto da nuvolina22, Febbraio 11, 2013, 09:57:43 PM

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nuvolina22

Il fantasma di Caterina Sforza.

Innumerevoli sono le leggende che circondano la figura mitica di Caterina Sforza , femmina di grandissimo animo et core e mostro in femminili figura, che fu contessa di Imola e Forlì nel XV secolo. Il fantasma di questa donna, passata alla storia come guerriera e feroce, compare da secoli nei luoghi in cui visse. Armata di lancia, la si vede lanciarsi fuori dal castello di Picandoli, che in vita difese ardimentosamente dall'assalto di Cesare Borgia. Si dice poi che nel palazzo Sforza di Imola sia nascosta una gran cassa d'oro e che lo spirito della sua padrona di aggiri ancora per le stanze del palazzo con un lume. Quando qualcuno tenta di avventurarsi su una certa scaletta buia, il suo fantasma compare in cima e fa piombare il buio per impedirgli il passaggio verso le sue dimore segrete. Si dice poi che nelle notti di luna piena, il bel volto di Caterina appaia tra le bifore del suo castello, intenta a scrutare negli astri i segreti del futuro.
Caterina Sforza infatti, oltre che signora guerriera e spietata, è ricordata dalla storia per la sua bellezza e per le sue conoscenze di alchimia. Suo è il volto che incarna la Madonna raffigurata tra gli stucchi del coro della Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Brisighella. Marco Palmezzano la raffigurò nel 1520, quando la contessa era già morta da 11 anni e il suo nome era stato consegnato al mito.
In prima persona, questa impavida guerriera resistette all'assalto di Cesare Borgia, il Valentino, che assediò il suo castello per giorni, incitando i suoi alla lotta. Infine, sconfitta, fu condotta a Roma per essere rinchiusa come prigioniera a Castel Sant'Angelo ma anziché seguire legata ai ceppi il destriero del vincitore, entrò nella città cavalcando al suo fianco, vestita come una regina e avvinghiata da catene d'oro massiccio. I francesi nemici, in onore del suo indomito coraggio dettero il nome di "Caterina"al loro cannone più potente. Ai posteri la "signora di Romagna" ha lasciato una viva e suggestiva testimonianza di sé. È il ''Liber de experimentiis Catherinae Sfortiae'', ricettario, in parte crittografato, di pozioni alchemiche di bellezza, secondo ricette a cui a tutt'oggi si riconosce una certa efficacia. Tra le annotazioni si indicano anche gli ingredienti per sortilegi contro gli spiriti, a base di fumigazioni con incenso, mirra, zolfo e corna di cervo. Non mancano i preparati medicinali, da ottenere mescolando ossa sbriciolate, ruta, pietre preziose, interiora di rettili che servivano anche a confezionare mortali veleni, le cui ricette sono nascoste tra quelle per le creme di bellezza.
Le ragioni della leggenda che ancora oggi circonda la potente sovrana dell'Emilia Romagna del Rinascimento affonda probabilmente le sue ragioni nel contesto storico in cui la contessa visse.
Ad Imola e Forlì, quello degli Sforza fu l'ultimo governo laico a cui seguirono 349 anni del dominio papale conquistato da Alessandro IV, zio di quel Cesare Borgia che aveva espugnato il palazzo di Caterina. Il nuovo potere politico probabilmente ebbe interesse ad incentivare presso il popolo l'immagine superstiziosa di una sovrana dai tratti quasi demoniaci, lontana dalla fede, alimentando così il terrore nella popolazione di sue apparizioni notturne, mentre l'immagine della guerriera ormai sconfitta continuava a campeggiare sugli stemmi appesi alle rocche delle sue città. Fatto sta che ancora oggi, tra quelle rocche, qualcuno racconta di sentire la sua presenza.
Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti.