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Messaggi - Luke_Lucignolo_

#136
Muretto / Re:Misteriosa creatura avvistata a Roma
Aprile 29, 2013, 12:07:24 AM
Uno speciale augurio da tutti quelli che ti vogliono bene!
Dedicato agli amici, vicini o lontani...
...AUGURI SELENE!!!  ;D
https://www.youtube.com/watch?v=http://youtu.be/oyPShKQI6q8
#137
Grazie, troppo gentile!  ;D
Cucinare, in generale, mi piace molto, mi appassiona! Ovviamente il tempo a disposizione non è sempre moltissimo!
E, come tutte le cose, anche la cucina a volte riesce meglio...altre meno!  :D

Luke
#138
Ciambella sofficissima con cuore e colata di cacao:

Ho preparato la ciambella tempo fa ed avevo dimenticato di fotografare anche la fetta tagliata, ma il cuore di cacao, ovviamente, c'è! Provare per credere. Per presentarla in modo più ordinato servitela, ovviamente, su di un piatto da portata diverso da quello dov'è avvenuta la colata di cacao. Ora passiamo agli ingredienti e al procedimento.
INGREDIENTI PER LA CIAMBELLA: 3 uova; 250 gr di zucchero; 130 gr di olio di semi; 130 gr di latte; 250 gr farina; un po' di rum o liquore (al cioccolato preferibilmente); vanillina e/o aroma di mandorla; 1 bustina di lievito; 2 cucchiai di cacao in polvere.
INGREDIENTI PER LO SCIROPPO AL CACAO: 125 ml di acqua; 100 gr di zucchero; cacao in polvere q.b. (1 cucchiaio).
PROCEDIMENTO PER LA CIAMBELLA: Sbattere in una ciotola tuorli e zucchero tritato, aggiungere l'olio di semi, il latte, la farina setacciata, un bicchierino di rum o di liquore (al cioccolato preferibilmente), vanillina e/o aroma di mandorla, bustina di lievito e albumi montati a neve.
A questo punto lasciare nella ciotola appena il fondo del composto e versarne ¾ nello stampo da ciambella, precedentemente imburrato. Aggiungere, poi, al restante ¼ (quello rimasto nella ciotola), 2 cucchiai di cacao in polvere. Dopo aver rimescolato, versare, circolarmente, sopra al composto chiaro, già adagiato nello stampo, quello scuro, appena preparato col cacao.
Questo tocco finale conferirà un cuore di cacao alla nostra ciambella.
Infine cuocere a 180° per 25 minuti circa.
PROCEDIMENTO PER LO SCIROPPO AL CACAO: In un pentolino, stemperare brevemente l'acqua, lo zucchero ed il cacao, fino ad avere una sorta di sciroppo.
Alla fine, quando la ciambella sarà intiepidita, bucherellarla in cima con uno stuzzicadenti o con uno spaghetto (intendo proprio la pasta, i classici spaghetti!) ed irrorarla con lo sciroppo, senza alcuna pietà. Lasciar riposare la ciambella per almeno un'ora, in modo che assorba bene il liquido e si umidifichi. Il risultato è sorprendente, pur non essendoci neanche una traccia di burro!
#139
Cucina / Re:Crostata di fragole
Aprile 24, 2013, 02:35:29 PM
Troppo gentili!  :-X
Brook, mi rifiuto di crederti! Hai fatto una crema al caffè che sembrava scolpita da tanto era perfetta!!!
Una parola è troppa e due sono poche!  ;D

Luke
#140
Cucina / Re:Crema al caffè
Aprile 24, 2013, 01:35:41 PM
Che aspetto splendido e vaporoso! *_*
#141
Cucina / Crostata di fragole
Aprile 24, 2013, 01:11:03 PM
CROSTATA DI FRAGOLE!

PER LA COMPOSTA DI FRAGOLE (INGREDIENTI):
1 parte di zucchero (es. 250 g);
2 parti di frutta  (es. 500 g).
PER LA PASTA FROLLA (INGREDIENTI):
200 g di farina;
100 g di zucchero;
scorza grattugiata di limone e/o vanillina;
2 tuorli;
150 g di burro freddo.
COMPOSTA DI FRAGOLE (PROCEDIMENTO):
La ricetta di questa composta si presta benissimo a molti tipi di frutta (fragole, pesche, prugne,...).
Nel nostro caso, adagiamo le fragole e lo zucchero in un recipiente "pyrex", che poi mettiamo in forno microonde per circa 10 minuti, finché la frutta non si ammorbidisce e, quasi, si "caramella" con lo zucchero, dando un po' di succo.
Dopo aver lasciato leggermente intiepidire, frulliamo il tutto, usando il classico frullatore domestico e, in un pentolino, facciamo ritirare a fuoco medio - basso il composto ottenuto, finché non raggiunge una buona consistenza.
Infine si lascia raffreddare.
PASTA FROLLA (PROCEDIMENTO):
Versiamo la farina, lo zucchero (NON tritato, se no la frolla perde croccantezza), la scorza di limone e/o vanillina nel frullatore e diamo una veloce frullata. Aggiungiamo poi i tuorli, uno alla volta, e frulliamo ancora. È importante usare SOLO i tuorli, NON i bianchi, altrimenti la frolla risulterà dura e non certo friabile. Infine, come ultimo ingrediente, aggiungere il burro a tocchetti, rigorosamente FREDDO (è davvero importante che sia "gelido" da frigorifero) e dare la frullata finale, finché il burro non si compatta con gli altri ingredienti formando un composto prima farinoso e poi sempre più sodo. Quando si crea quasi una palla, spegnere il frullatore e versare sulla spianatoia per lavorare un po' la pasta, raccogliendo bene il residuo farinoso intorno ed amalgamando il tutto. Dopodiché dividiamo la frolla: 1/3 va momentaneamente posto in frigo, mentre i 2/3 servono per la base della crostata. Stendiamo, quindi, i 2/3 della pasta su di un foglio di carta forno con un mattarello e con l'aiuto di un  po' di farina. Adagiamo, poi, la carta forno su di un tegame, preferibilmente circolare, e rifiliamo i bordi di frolla in eccesso, aggiungendo la pasta così ottenuta nei lati in cui, magari, manca leggermente, in modo da avere un bel guscio di frolla. A questo punto versiamo la nostra composta di fragole, creando come un "velo" sulla pasta, non troppo sottile, né troppo spesso. Prendiamo, quindi, la frolla avanzata in frigo (l' 1/3 che avevamo messo da parte) e ricaviamone alcuni tocchetti da lavorare, volta per volta, con le mani (avanti e indietro) per creare le lunghe "dita" che poi adagiamo sulla crostata, così da ottenere le caratteristiche "bretelle": prima si adagiano le orizzontali, poi le verticali, o viceversa, in modo da avere la classica scacchiera. Poi, con una forchetta, esercitiamo un po' di pressione sui lati, così da creare il bordo della crostata. Lasciamo in frigorifero il maggior tempo possibile: mezz'ora, un'ora (anche una notte volendo). Quanto più resterà in frigo, tanto più risulterà buona: è davvero essenziale, per una perfetta riuscita, che al momento della cottura la crostata sia il più possibile FREDDA.
Infine poniamo il dolce nel ripiano basso del forno, ai classici 180°, per circa 25 minuti, finché la crostata non sarà dorata.
#142
Misteri / Re:Gli Anasazi, un popolo misterioso
Aprile 24, 2013, 12:45:20 PM
Una popolazione davvero misteriosa! Sono stato presso quelle antiche abitazioni: un'esperienza particolarmente affascinante!!! E sono riuscito anche a "strappare", "in extremis", una foto proibita...  :-X
Sele, sembrerò monotono e ripetitivo, ma affronti sempre argomenti interessantissimi!!!
Mi hai riportato alla mente una miriade di ricordi, persino il viaggio in Perù, quando ho sorvolato le incredibili linee di Nazca, alle quali Maria Reiche ha dedicato un'intera vita, senza mai scoprire, fino in fondo, il loro senso, che sprofonda in un abissale mistero. Anche in questo caso sono presenti straordinari allineamenti ed incredibili precisioni geometriche, che lasciano, forse, supporre ad un immenso e perfetto calendario.
Tuttora, però, risultano ancora inspiegabili.
Quoto, quoto, quoto al massimo questo argomento!!! E non poteva che essere scelto e trattato da una provetta archeologa!  ;D

Luke
#143
Ultimamente viene trasmesso, il giovedì sera, un programma a mio avviso interessante, che costituisce praticamente l'unica trasmissione da me seguita in televisione.

Si chiama "The voice" e non mi dispiace affatto, perché per la prima volta, in un "talent show", viene messo in risalto ciò che essenzialmente conta in un cantante e che non sempre emerge in una società in cui l'essere spesso cede all'apparire: la voce.
Una trasmissione poco "televisiva" in tal senso e, forse, è proprio per questo motivo che mi piace.
È sbarcata in Italia un po' come è già successo con "X-Factor", anche se la trovo di qualità generalmente superiore.
Nelle "blind auditions" o audizioni al buio mi ha colpito l'idea di porre le poltrone girate, ascoltando  esclusivamente la voce e premendo il fatidico pulsante solo in caso di gradimento, così da osservare la fisicità e la presenza scenica dell'artista soltanto dopo aver apprezzato le sue doti vocali. Sono state, così, create quattro squadre musicali, capeggiate, ognuna, da un "coach" e da un "aiutante" musicale, figure volte a consigliare gli artisti scelti, migliorando le loro già promettenti capacità.
Sono state, quindi, allestite e disputate diverse "battles", duetti all'ultima nota tra membri di una stessa squadra e ci sono state, necessariamente, ulteriori selezioni, che hanno visto anche l'uscita di scena di talenti notevoli, essendo questi "duelli" organizzati sempre ad armi vocali pari.
Ciò che, però, mi affascina maggiormente della trasmissione è lei: Elhaida Dani, una talentuosissima ragazza albanese, di soli diciannove anni, finora sconosciuta a noi italiani.

Una vera "voice" che, grazie al palco di questo programma, è emersa prepotentemente, presentando ai provini l' "impossibile" pezzo di Jessie J: "Mamma knows best", un'energica canzone dalle inclinazioni "blues" e "jazz", a cui Elhaida ha saputo conferire un'ancor più elettrizzante veste "rock".  :o
Che dire: un'interpretazione decisamente impressionante, che lascia davvero senza parole; questo perché Elhaida è riuscita a reinterpretare e quasi a superare la già difficile versione originale, cantando con una sicurezza estrema, forte di un'agilità vocale e di un'estensione a dir poco devastanti; sembrava quasi divorarsi le note, mentre queste scivolavano rapidamente, con irrefrenabile energia, richiudendosi e arrotolandosi su se stesse, per poi precipitare e risalire, fino alle vette più intangibili, in un'incessante cascata ed ascesa di suoni.
A soli diciannove anni Elhaida è già un portento di voce, personalità e presenza scenica: è straordinaria, devastante, con un controllo vocale che di rado si riscontra attualmente.
Basta ascoltarla per essere immediatamente travolti da quel potentissimo "tornado" che è la sua voce.
Una voce che tutto può.
E non è certo semplice mettere pienamente in risalto la sua immensità, trovando pezzi adatti ad esprimere così numerose e notevoli doti.
A seguito dell'incredibile "performance" di Elhaida ho poi scoperto, senza stupirmi eccessivamente, che la ragazza, "asso nella manica di Cocciante" (il "coach" che lei stessa ha scelto), è stata anche vincitrice del talent show "Star Academy" del 2009, del Top Fest 2012 e miglior cantante in altri rinomati "festivals", giungendo persino alle semifinali della selezione albanese per l' "Eurovision Song Contest" del 2012.
Le sue sono interpretazioni molto differenti, che spaziano ovunque, da "Mamma knows best" di Jessie J a "Listen" di Beyoncé, fino ad arrivare alla struggente "Caruso" di Lucio Dalla.
Forse, la partecipazione a "The Voice" potrebbe essere, per lei, un trampolino di lancio, il punto di svolta definitivo di una già brillante e ben definita carriera professionale, davvero esemplare per una ragazza così giovane.
E non posso che augurarmelo, dal profondo del cuore: Elhaida, dotata solo del talento della sua voce, è venuta in Italia, conquistando cuori e menti, a dispetto di chi ancora ignora l'emergere degli stranieri meritevoli, talvolta esclusi dalla società italiana a causa di leggi tanto ataviche quanto inutili.
Nel duello, che l'ha vista ovviamente vincente, in sfida con una brava cantante di origini americane, sono emersi altri aspetti e accenti melodici che ancora non avevo notato in Elhaida, quali il suo gusto musicale, la sua eleganza, il suo saper gestire ed incanalare l'emozione, dalla prima all'ultima nota, in modo incantevole, passando dai registri più dolci a quelli più aggressivi, dalle note più basse e penetranti a quelle più acute e squarcianti, accarezzando e, talvolta, graffiando l'ascoltatore.
Una voce, insomma, eclettica e multiforme, che ben si adatta alle varie circostanze.
La canzone proposta era, questa volta, "No more tears (Enough is enough)", portata al successo, a suo tempo, dalle titaniche Barbra Streisand e Donna Summer, interpretata nella "battle" da Elhaida Dani e Francesca Bellenis.
Prossimo appuntamento coi primi "live shows", questa settimana: e non mancherò di certo alla terza fase del programma!

Luke
#144
Misteri / Re:Nikola Tesla: genio folle dell XX secolo
Aprile 23, 2013, 10:02:50 PM
Ottimo binomio: Brook - Selene!  ;D Una coppia di lavoro perfetta! Spero continuiate questa proficua collaborazione, anzi ne sono profondamente convinto!!!
È davvero confortante che l'interesse per la conoscenza sia così inesauribile e voi lo state ampiamente dimostrando!  ;)
Conoscevo le forze di Van Der Vaals, ma non sapevo dell'effetto Hutchison e di quanto questo incidesse sull'attrattività o repulsività.
Una lezione scientifica di alto livello, che mi ha interessato molto! Brave ragazze!

Luke
#145
Misteri / Re:Nikola Tesla: genio folle dell XX secolo
Aprile 23, 2013, 05:23:04 PM
Una potentissima aura di leggenda, genialità, eclettismo, contraddizione e follia avvolge questo personaggio: mille studi e notevoli scoperte, fino a sconfinare persino nell'ambito fantascientifico.
Un uomo senza il quale l'elettricità e l'elettromagnetismo, oggi, non avrebbero un completo senso, un genio che è stato osteggiato o vituperato, per striscianti interessi di fondo, come spesso capita a tutti i grandi, in qualsiasi campo del sapere.
Brava Selene! Ancora una volta ci delizi coi tuoi brillanti "posts" e rendi merito a grandi interrogativi, misteri o personaggi, come in questo superbo articolo.
Complimenti!

Luke
#146
Musica e Spettacolo / Re:La Grande Mina
Aprile 21, 2013, 10:33:15 PM
Una canzone poco conosciuta e non molto commerciale di Mina, forse leggermente sofisticata nell'insieme, ma molto particolare. Merita di essere ascoltata  ;D
Riporto alcune parole del testo  ;)

"Qui nel buio c'è un ombra con me,
la mia pelle non chiede chi è.
Fiume azzurro vai, dove arriverai?
Sempre mi troverai.
Ma questa sera no,
non mi difenderò, no.
Ma tu avrai l'onestà
di credermi?
Che sorprese l'amore ti dà,
nei tuoi occhi non vedo pietà.
Cosa siamo noi, dove andiamo mai?
C'è chi ci guida, sai.
Ma cosa dico, no
forse mi perderò, no.
Fiume azzurro va,
tu sei verità.
Quello che volevo
non mi basta più.
Prima non sapevo,
ora ci sei tu.
La tua bocca un nome griderà.
Ora io ti credo."
#147
Presentazioni / Re:Salveee
Aprile 21, 2013, 03:24:16 PM
Benvenuto! :) Anch'io sono nuovo, piacere! ^^

Luke
#148
Misteri / Re:I Moai dell'isola di Pasqua
Aprile 21, 2013, 03:10:32 PM
Brava Selene! :) Ottima scelta: uno dei più affascinanti misteri del mondo, di tutti i tempi!

Luke
#149
Questa è una storia pressoché folkloristica, che ritengo, però, molto affascinante e suggestiva, al di là di ogni veridicità.
Una storia che riguarda la mia città, consacrata da Petrarca come: "la Superba" e "Regina dei mari"; Genova era ed è tuttora un luogo dalla prepotente quanto "scabra" bellezza, come affermava il poeta Montale, sottolineando sempre l'essenzialità di questa terra, talvolta riarsa, nella quale, ogni tanto, egli schiudeva brevi "varchi", momentanei squarci di luminosa pienezza.
Una terra "chiusa", costretta e "pigiata" tra mare e monti, volta all'incessante ricerca di maggiore spazio, spesso recuperato con sforzo e fatica, attraverso ingegnosi terrazzamenti; una città che, in passato, vantava certamente una posizione di spicco tra le Repubbliche marinare e per la quale il mare ha sempre costituito una preziosissima risorsa. 
Questa che sto per raccontarvi, però, è una storia umile, semplice, propria di un'antica, ma non lontanissima quotidianità.
Un racconto che, di certo, ha poco a che vedere con l'illustre passato storico del capoluogo ligure, se non per l'ambientazione nel Centro storico cittadino, tra i più grandi e rinomati d'Europa, con i suoi distintivi e stretti vicoli ombrosi, detti "caruggi".
Questa è la storia dell'anziana e bizzarra signora di Vico dei Librai, un'antica strada che, a seguito del secondo conflitto mondiale, è scomparsa dal tracciato urbano.
Ci troviamo proprio nei pressi del Centro storico di Genova, vicino alla casa di Cristoforo Colombo e alle famose Mura del Barbarossa, erette mille anni fa per scongiurare il pericolo d'invasione da parte dell'imperatore Federico I di Svevia.
Proprio qui, nei pressi di luoghi densi di storia, attraversando Via Ravecca o angusti "caruggi" come Vico San Salvatore, i passanti incontrarono, nel 1989, una vecchietta: si trascinava, quasi a stento, con un bastone ed indossava abiti di un altro tempo, di foggia sorpassata, trasandati e obsoleti, una lunga gonna nera e un fazzoletto in testa; in dialetto genovese, con uno strano e dimenticato accento, domandava, poi, indicazioni per arrivare in Vico dei Librai.
"Non trovo la strada! Sapreste indicarmela?".
L'espressione era spaesata e confusa, il tono concitato ed ansioso.
Gli interlocutori la guardarono perplessi, un po' per il suo aspetto anacronistico, un po' perché nessuno, neanche chi era nato e vissuto in quei luoghi, conosceva la via da lei disperatamente cercata.
Tutti erano pensierosi, perché alla mente non sovveniva nulla.
E appena i passanti girarono l'angolo, questa vecchina scomparve.
Che dire! Siamo in una città in cui le strade hanno nomi pieni d'incanto: arti e mestieri sono abbondantemente rappresentati dai nostri Vicoli, un groviglio di viuzze, da Via Orefici fino alla zona del Porto antico; là troviamo Vico dei Caprettari, buio "caruggio" da cui emerge, splendente, la vetrina di un'antica bottega.
Ma quel Vico dei Librai tanto desiderato dalla misteriosa vecchina proprio non esiste.
Tempo dopo, un ragazzo stava passeggiando con il suo cane ed aveva bisogno di qualche spicciolo: incontrò nel suo cammino una signora dall'età avanzata e chiese a lei; la donna aprì prontamente il suo borsellino, ne estrasse una banconota e la donò al giovane; girato l'angolo, il ragazzo guardò ciò che aveva tra le mani e si accorse, sorpreso, che erano 100 lire del 1943.
Una volta, in una giornata nevosa, ella entrò in un bar, chiese un bicchiere di latte caldo e se ne andò.
Sul bancone aveva lasciato quel famoso borsellino: il barista corse fuori a cercarla, invano.
Fuori, sulla neve fresca, non c'erano impronte.
Tra le sue mani, però, restò il portafoglio, contenente banconote ormai fuori corso da molti anni, le stesse che la vecchina donò a quel ragazzo, le stesse che lasciò in elemosina a un uomo bisognoso di carità.
Queste si sono, in seguito, rivelate autentiche.
Un'altra ragazza racconta di essere stata fermata da una signora anziana: a giudicare dall'aspetto trasandato sembrava voler chiedere l'elemosina, ma invece domandava indicazioni per raggiungere Vico dei Librai. La giovane stava per rispondere, ma in quel momento incontrò un' amica che le domandò con chi stesse parlando. La donna dice di essersi voltata, subito dopo, e di non aver più visto l'anziana signora, come se fosse svanita nel nulla.
Molte altre persone, anche quelle al di sopra di ogni sospetto in fatto di scetticismo, affermano di aver incontrato la strana signora, nelle occasioni più strane e disparate.
Dopo le prime frequenti e misteriose apparizioni, fu interpellata una "medium", alla quale si presentò un'entità: questa diceva di chiamarsi Maria Benedetti; nel 1944, durante la guerra, era uscita di casa per far la spesa, ma era stata colta da un malore e si era accasciata sui gradini di un portone, morta. Quando si ridestò, non rendendosi conto della nuova situazione, convinta che fossero trascorsi solo pochi secondi, cominciò a girare per il quartiere, cercando la sua dimora.
Vico dei Librai è una strada che, oggi, non esiste più a Genova: è stata rasa al suolo dalle bombe che caddero durante la Seconda Guerra Mondiale, esattamente come l'intera zona di Via Madre di Dio.
Un vero e proprio scempio.
Il tutto è stato completamente ricostruito negli anni '70.
La misteriosa signora, quindi, cerca qualcosa che non può avere, ma sempre ritorna, domandando frettolosamente aiuto: molti sostengono che continui ad apparire ogni cinque anni, alla ricerca di quella casa che non troverà mai più.
Qualcosa è certo a Genova: ormai chi vede l'irrequieta vecchina non si vergogna affatto di raccontarlo.
Si raccolgono testimonianze ogni anno e non fanno certamente più clamore: tutti gli abitanti del Centro storico conoscono la storia e molti non hanno alcuna difficoltà a credervi.
Ormai la vecchina di Vico dei Librai è una vera e propria leggenda nel Centro cittadino.
Persino a chi spesso passa, dopo il tramonto e preferibilmente durante gelide giornate invernali, in Stradone S. Agostino o in Piazza Negri è capitato di incontrarla: così si dice.
Al di là della veridicità di alcune testimonianze e del fatidico intervento della "medium", resta, comunque, la potente suggestione di una storia, a cui va data nuova vita.
Questo è un racconto che commuove, dal sapore amaro e nostalgico, una vicenda di focolare e di rimpianto che mi ha restituito un'emozione, un brivido, indipendentemente dal fatto che sia vera o meno.
Credo fortemente che sia giusto apprezzare le tradizioni o il folklore regionali, ricchi di sentimenti, perché sono parte della nostra storia, della nostra cultura. Perché sono parte di noi.
Mi ha toccato l'immagine di questa signora, un po' bizzarra e per nulla disincantata, che mai si è resa conto della sua morte; questa è sopraggiunta improvvisamente, senza poter prevedere nulla.
Mi ha colpito il suo vagare, confuso e spaurito, per i "caruggi" genovesi.
Ma, soprattutto, mi ha affascinato la profonda semplicità della vicenda e della persona; ella, uscita di casa, come d'abitudine, per far provviste, si è improvvisamente accasciata a terra, esanime, e poi ha creduto di rialzarsi, poco dopo, come se la vita e la morte fossero un'unica, immensa dimensione, di cui, ingenuamente, non ha saputo distinguere il confine: ed è così che, ancora oggi, la vecchina scivola, lenta e inesorabile, sugli stretti "caruggi", senza mai avere pace, alla vana ricerca di quel perduto rifugio che non troverà mai.
Tuttora c'è chi fermamente crede all'esistenza dell'inquieto fantasma; magari, più probabilmente, la memoria comune ha tramandato  e modificato, anno dopo anno, questo toccante racconto, in ricordo delle più drammatiche pagine della nostra storia.
La vicenda, in ogni caso, invita tutti noi a non dimenticare gli avvenimenti del passato, presentandosi come leggendaria e commovente testimonianza degli orrori della guerra.
Tutto ciò mi ha avvinto, al di là di ogni presunta veridicità.

Luke
#150
Presentazioni / Un saluto a tutti
Aprile 19, 2013, 04:28:55 PM
Eccomi qua: mi presento.  :o Sono Luke. "Una delle poche cose, anzi forse la sola che io sapessi", come diceva un certo Pirandello.
Perchè alla fine, in fondo, cosa sappiamo davvero di noi stessi? Direi quasi nulla, a parte il nome, ovviamente. Un nome, peraltro fittizio, che i Latini consideravano un presagio e che ci è stato palesemente attribuito alla nascita.
Tranquilli: non è mia intenzione indurvi al sonno o, ancor peggio, risvegliare nella vostra mente agghiaccianti ricordi scolastici.
Però permettetemi di dirvi almeno questo: non è proprio facile descrivere se stessi! Anzi, forse, risulta una delle prove più difficili a cui una persona si possa sottoporre, in assoluto.  :-\
Per chiunque è molto più semplice e immediato descrivere gli altri, giudicarli a partire da un'impressione, giusta o sbagliata che sia.
È qualcosa di spontaneo, istintivo, che spesso facciamo senza quasi accorgercene.
Ed ancora più frequentemente abusiamo di questa immediatezza, giungendo ad affrettate conclusioni.
Troppo spesso, infatti, ci troviamo a giudicare gli altri, magari attribuendo loro quello che in realtà riguarda noi oppure esprimendo sommativi giudizi.
Prima di guardarci intorno, dovremmo sempre scavare dentro di noi, in profondità. E qui si pone un altro problema, abissale, insormontabile: se è difficile capire gli altri, lo è ancora di più comprendere se stessi.
Io per primo, molte volte, non mi capisco: capita. Ma nonostante tutto, nonostante i piccoli o grandi problemi che sono parte della vita quotidiana, cerco di affrontare ogni singolo giorno con la maggiore spensieratezza possibile e, qualche volta, con un pizzico di follia, accompagnato dall'amicizia, dall'amore, da un sorriso.
Questo è ciò che posso dire di me, ma già so che verrebbe sovvertito da chiunque, anche tra un attimo. È tutto talmente soggettivo che nessuna convinzione è per sempre.
Ognuno dà forma al mondo e alla realtà in un modo che è tutto suo, e di nessun altro.
È questo l'aspetto più affascinante dell'essere umano ed è proprio per questo che mi piace scrivere, perché la scrittura, come tante altre forme d'espressione, è qualcosa di assolutamente personale, che tenta di svelare il proprio mondo, il proprio stile, la propria essenza; è appagante trovare sempre nuove forme d'espressione, in qualsiasi campo, sperimentando continuamente, anche con diverse modalità.
Ciò che conta è esprimere se stessi, in ogni modo, lecito e possibile, con quel senso che è solo nostro, anche se destinato a scoprirsi presto illusione.
Tutto questo ha un valore immenso, "umano" ... ovviamente per me!

Ciao a tutti! :)

Luke