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Grammatica Italiana: l'uso dell'accento

Aperto da LaDeA, Novembre 19, 2011, 12:00:39 PM

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LaDeA

Nella lingua italiana scritta è obbligatorio segnare l'accento in alcuni casi. Il simbolo grafico, che lo contraddistingue nelle forme grave /`/ o acuto /´/ a seconda che l'accento cada su una vocale aperta (à, ì, ù, è ,ò) o chiusa (é, ó), è obbligatorio in questi casi:
Sulle parole tronche, cioè accentate alla fine, bisillabi o polisillabi: virtù, caffè, servitù, pietà, lunedì, farò, autogrù.
Sui monosillabi tronchi contenenti un dittongo (piè, più può), oppure due grafemi vocalici contigui: ciò, già, giù. Mentre i monosillabi qui e qua non voglio mai l'accento.
Sulle seguenti parole ad una sillaba, che hanno dei corrispettivi grafici scritti senza accento per non confonderli:
ché (congiunzione causale, perché, poiché);che (congiunzione in ogni altro senso o pronome);
dà (indicativo presente del verbo dare); da (preposizione); da' (imperativo di dare);
dì (nome, giorno); di (preposizione); di'(imperativo di dire);
è (verbo essere); e (congiunzione);
là (avverbio); la (articolo, pronome e nota musicale);
lì (avverbio); li (articolo, pronome);
né (congiunzione negativa); ne (pronome, avverbio);
sé (pronome tonico); se (congiunzione, pronome atonico);
sì (avverbio, così o affermazione); si (pronome, nota musicale);
tè (nome di pianta e di bevanda); te (pronome).
Sui composti di che: sicché, affinché, poiché, altroché; come nei composti di tre, re, su: ventitré, quarantatré, viceré, lassù.
Sulle terze persone singolari del passato remoto dei verbi come credere, potere, ripetere, temere, ecc.: credé, poté, ripeté, temé, ecc.
Sui nomi propri come Giosuè, Mosè, Noè, Salomè.
Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Chatta con me! *-*