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L'Inno di Mameli obbligatorio a scuola

Aperto da LaDeA, Dicembre 21, 2012, 03:45:13 PM

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LaDeA

L'insegnamento dell'Inno di Mameli diventa obbligatorio nelle scuole. In molti criticano questo testo, iniziamo a conoscerlo.
Testo Inno di Mameli.
Fratelli d'Italia L'Italia s'è desta, Dell'elmo di Scipio S'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli Calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi. Raccolgaci un'unica Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l'ora suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci, l'Unione, e l'amore Rivelano ai Popoli Le vie del Signore; Giuriamo far libero Il suolo natìo: Uniti per Dio Chi vincer ci può? Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L'Italia chiamò.
Sei d'accordo?
Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Chatta con me! *-*

Lynn

Sì, potrebbe essere una buona idea per incitare lo spirito nazionale nei giovani: una volta era molto sentito, ora scema sempre più.
Se sei così fortunato da essere diverso, non cambiare mai.

Luke_Lucignolo_

#2
Il nostro inno, spesso bistrattato, è un vero capolavoro da scoprire e riscoprire! Esso riassume brevemente e con potenti immagini alcuni avvenimenti della storia d'Italia: si passa da Scipione l'Africano, colui che a Zama sconfisse Annibale, scongiurando il pericolo cartaginese, alla personificazione della Vittoria, schiava di Roma, vincitrice su tutti, fino a sfumare nella giovane figura di Balilla, quel bambino che, a metà del '700, col lancio di una pietra, diede inizio alla rivolta di Genova contro l'Austria, personificata da un'aquila cui, lentamente, cadono le penne. E poi il breve cenno al suolo che ha generato tutti gli Italiani, un senso di unità nazionale, l'appassionato invito ad un'Italia che, al tempo di Mameli, è ancora frammentata in molti staterelli, i quali dovrebbero fondersi in un unico ideale, fronteggiando l'oppressione straniera, guidate dall'invincibile forza dell'amore e da una visione quasi provvidenziale, divina. E, a sublimare tutto questo, subentrano i celebri paragoni storici dell'Inno, due confronti che riecheggiano nei secoli: "ogni città italiana è Legnano...ogni uomo è come Francesco Ferrucci". Legnano fu, infatti, il luogo in cui i Comuni, nel Medioevo, uniti contro il comune pericolo, sconfissero l'Imperatore tedesco Federico Barbarossa: allo stesso modo anche le città italiane, insieme, dovrebbero lottare, accomunate dallo stesso desiderio di libertà, "strette a coorte", fino alla morte. Altra citazione è quella di Ferrucci, che in età Rinascimentale difese Firenze dall'imperatore Carlo V, mostrandosi come fulgido esempio di valore per ogni Italiano.
Il nostro inno è un invito a combattere, sempre, in nome di un supremo ideale, non certo come fanno i mercenari che si svendono ora di qua, ora di là, soltanto per un pugno di soldi.