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Bellezze naturali&meraviglie del mondo: il Parco nazionale dei laghi di Plitvice

Aperto da Luke_Lucignolo_, Giugno 02, 2013, 08:25:16 PM

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Luke_Lucignolo_

Immaginate una natura totalmente incontaminata, bellissima, insuperabile, suggestiva, fatta di tufo, piccoli laghi, corsi d'acqua, cascate e fitti boschi, abitati da una rarissima fauna che è costituita da specie quali orsi, lupi, linci, caprioli. Insomma: un vero e proprio paradiso terrestre.  :o

In effetti sembra davvero un sogno, ma è pura realtà. Si tratta, infatti, del parco nazionale dei laghi di Plitvice, area protetta e Patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, che si trova, per la maggior parte, nella Croazia occidentale.
In zona sono presenti il Fiume Bianco e il Fiume Nero, d'acqua calcarea, sostanzialmente dovuta alla struttura geologica del sito.
A causa della formazione del tufo, che ha delimitato il letto dei due fiumi, si è generata una straordinaria successione di 16 laghetti, con un conseguente, grandioso fenomeno architettonico, immerso nella suggestiva natura.
Grazie ai sali calcarei presenti nei due fiumi, si originano strati sedimentari di travertino, fino a creare, nel tempo, vere e proprie dighe naturali, che sbarrano l'acqua, finché questa, facendo pressione, non rompe gli argini, avviando sempre nuovi percorsi.
E ad accompagnare questi laghi sono affascinanti grotte, insenature e splendide cascate, che collegano tra loro i vari laghetti.
Dentro il parco ci si muove nelle maniere più disparate: a piedi, in bici, in barca o attraverso un trenino.
Appena avrò tempo, proseguirò sicuramente questa piccola "rubrica" con l'esperienza avuta presso Iguazù, al confine tra Brasile e Argentina, parco naturale in cui si trovano le cascate più ampie al mondo, ricco di una particolarissima fauna autoctona.
Un grazie, infine, a BlackMamba per avermi, inconsapevolmente, ispirato questo post riguardante Plitvice!  ;D
Luke

Luke_Lucignolo_

Le cascate dell'Iguazú, letteralmente "acque grandi", sono 275, generate dal fiume omonimo, al confine tra l'Argentina ed il Brasile, e raggiungono altezze di 70 metri.

La leggenda parla di un dio, che pretendeva la mano di una splendida giovane, e si adirò quando questa fuggì con il suo amante mortale, in canoa; furibondo, egli modificò il corso del fiume, creando le imponenti cascate; durante l'affannosa fuga in canoa, la giovane, ignara dei diabolici piani divini, vi cadde, trasformandosi in roccia, e allo stesso modo il suo amante, che si tramutò, invece, in albero: secondo il mitico racconto, i due ragazzi innamorati continuano ad osservarsi, dalle loro rispettive posizioni, per tutta l'eternità.
Le cascate dell'Iguazù sono le più ampie al mondo: per quanto riguarda l'altezza, invece, si contendono il primato con quelle del Niagara.
La "Gola del diavolo", sul lato argentino, è senza dubbio la più imponente e rappresenta il confine naturale tra Argentina e Brasile.
La visione di questa "Garganta del Diablo" è qualcosa di sublime, devastante, inspiegabile a parole o attraverso foto: è una vera esperienza sensibile, da vivere sul momento, "in loco". Quando si osserva questa spaventosa gola, la sensazione prevalente è, forse, quella di essere irrimediabilmente risucchiati nel vuoto, al suo interno. Il nome, dunque, non è certo enfatico o esagerato, contrariamente a quanto si possa pensare, sentendolo pronunciare, ma rende abbastanza giustizia alla realtà e alla natura.
La maggioranza delle cascate rientra nel lato argentino, ma dal lato brasiliano si ottiene una visione sicuramente più panoramica della "Garganta del Diablo" ed una meravigliosa vista d'insieme di tutto il complesso naturale. Dal lato argentino si hanno, invece, esperienze più scenografiche, appariscenti, devastanti, in particolare della "Gola del diavolo".
Le cascate dell'Iguazù sono condivise dal Parco nazionale omonimo, ed il tutto è stato designato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Questo Parco, comprendente anche il "Parque das aves", costituisce uno dei più famosi paesaggi naturalistici di tutto il Sudamerica: le cascate sono, infatti, immerse nella selvaggia foresta tropicale e la fauna del Parco comprende numerose specie a rischio d'estinzione, come giaguari, tapiri, ocelot, jaguarondi, formichieri e aquile. Altre specie che vivono entro questi confini sono il simpatico e coloratissimo tucano, mammiferi come il coati e parecchie farfalle. Inoltre, tra le innumerevoli varietà di animali, ricordiamo il famoso colibrì, il volatile più piccolo del mondo, che ha la straordinaria abilità di rimanere quasi immobile, a mezz'aria, capacità garantita dal suo rapidissimo battito alare. La velocità con cui il colibrì fende l'aria è impressionante, quasi tagliente: uno è volato a pochi millimetri dalle mie orecchie e ne ho avvertito concretamente la sonorità. Questa favolosa mobilità di cui è dotato permette, inoltre, al colibrì prodezze di volo impressionanti, anche all'indietro, e certamente impensabili per altri esemplari. In caso di scarsità di cibo o durante il sonno, questa specie, poi, cade nel torpore più totale, risparmia energia, e rallenta, così, incredibilmente, il suo metabolismo.

In conclusione, non si può non far riferimento alla vera potenza naturale delle cascate di Iguazù, che, ovviamente, costituisce un'immensa risorsa energetica ed è traducibile in energia grazie alla famosa centrale idroelettrica di Itaipu.
Spero che le foto vi piacciano, anche se la macchina utilizzata non è certo delle migliori: ho davvero una marea di istantanee ed inserirle tutte, oltre ad essere, inevitabilmente, un dramma, non renderebbe, comunque, l'idea della maestosità e della spaziosità di questa meraviglia naturale.

Luke_Lucignolo_

Ecco a voi uno scorcio della devastante "Gola del Diavolo" (cliccate sopra per ingradire, come sempre).  ;D

Luke_Lucignolo_

#3
Il nome "Petra" deriva da "πέτρα", "roccia" in greco antico, proprio perché questa "Città Rosa" è stata interamente ricavata dalle montagne e in queste scavata.  :o
Per me questo luogo rappresenta un preziosissimo ricordo, che custodirò, gelosamente, dentro di me, sempre.
Petra è un sito archeologico a Sud di Amman, in Giordania, nella grande valle che va dal Mar Morto al Golfo di Aqaba.
Fu nell'antichità una città edomita (da Edom, uno dei nomi dati a Esaù nella Bibbia), di lingua, quindi, semitica: la posizione e la disponibilità idrica ne fecero un sito propizio e prospero. Queste antiche cavità hanno ospitato, fino ad anni recenti, famiglie beduine, ma dopo ripetuti abbandoni, dovuti alla decadenza commerciale e alle catastrofi naturali, Petra fu lentamente dimenticata, fino all'epoca moderna.
Essa fu rivelata al mondo nel 1812, da Johann Ludwig Burckhardt, un viaggiatore svizzero che, in abiti arabi, si faceva chiamare "Cheikh Ibrahim". Avendo sentito dire che nei pressi di un villaggio lì vicino si trovavano, in una sorta di fortezza naturale, delle vestigia straordinarie, Burckhardt si presentò allora come un pellegrino desideroso di sacrificare una capra al profeta Aronne, la cui tomba si riteneva collocata al di là delle rovine.
Egli, profondo conoscitore dell'arabo, cercava sempre di mimetizzarsi, poiché gli stranieri curiosi e avidi di conoscenza erano visti, nell'ambito dell'Impero ottomano, in modo diffidente, durante quel periodo storico.
L'ingresso della città era ed è costituito da un antico letto fluviale, una profonda gola tagliata nelle alte pareti di arenaria che venne trasformata in trincea viaria deviando altrove il corso del torrente.
Attraversando, appunto, gli angusti anfratti nella roccia, a testa bassa, Burckhardt non si accorse subito di quello che si stava stagliando di fronte ai suoi occhi: un'imponente e splendida facciata, conosciuta oggi come la "facciata del Tesoro", set, tra l'altro, di un famoso film di Indiana Jones. Uno splendore che si schiuse e si schiude, pian piano e improvviso, dagli anfratti rocciosi ed emerge, oggi come allora, alla vista, in tutta la sua incontrastata meraviglia.
Quando Burckhardt alzò lo sguardo, nei suoi occhi vi era un immenso stupore, di fronte a tanta bellezza.  :o
E ancora oggi, se procediamo a testa bassa prima dell'ingresso a Petra, possiamo riavvertire in noi le stesse emozioni provate dall'esploratore.


Questo che s'intravede è proprio El Khasneh, "Il Tesoro", scavato nella parete rocciosa di fronte allo sbocco della stretta gola di accesso al sito antico. La facciata monumentale del Tesoro è stata costruita proprio per ospitare la tomba del Re, probabilmente su disegno di architetti di cultura ellenistica: essa è unica nel suo genere, non avendo precedenti storici, ed è una delle poche ad essere isolata, quasi a rimarcare il suo valore immenso.
L'esploratore attraversò, dunque, la città antica senza potersi fermare un attimo a prendere una nota o a fare uno schizzo, totalmente rapito e avvinto dalla bellezza di quel luogo; egli era giustamente consapevole dell'importanza di quelle vestigia e del fatto che quelle rovine fossero di Petra.

Le numerose facciate intagliate nella roccia e nei fronti rocciosi delle montagne, per la maggior parte sepolcri, ne fanno un monumento unico, che è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
Le costruzioni funerarie sono in gran parte ricavate nell' arenaria policroma di età paleozoica, una roccia sedimentaria dai mille colori, che vanno dal giallo ocra al rosso fuoco, fino a sconfinare nel bianco, tutte sfumature dovute alla diversa concentrazione degli ossidi durante il lungo processo di consolidamento. Tali spettacolari variazioni cromatiche sono specialmente visibili sui soffitti di molti ipogei di Petra (ipogei = costruzioni sotterranee, sepolcri).
Questa meravigliosa e antica città è nata grazie alle qualità della roccia del luogo, di sicuro coerente e resistente, ma allo stesso tempo facilmente scavabile.
Nel 2007 Petra è stata dichiarata una delle cosiddette sette meraviglie del mondo moderno.
Ed è con grande emozione nel cuore che posso dire di esserci stato, quando ero più piccolo, in un periodo in cui non dilagavano ancora a macchia d'olio i travagliati e odierni problemi del Medio Oriente.

Luke_Lucignolo_

Ecco la famosa facciata del Tesoro, set di un film di Indiana Jones:

Ecco la caratteristica roccia di Petra, dalle diverse sfumature: