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Confessa l'uomo arrestato ieri per aver ucciso l'ex fidanzata

Aperto da Ninette_, Maggio 18, 2016, 02:54:36 PM

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Ninette_

 Ha confessato  il 33 enne arrestato ieri dai carabinieri di Legnano (Milano) per aver  ucciso a coltellate l'ex fidanzata  nella loro casa di Magnago (Milano). Il pm Maria Cardellicchio dovrà ora valutare gli elementi raccolti fino ad ora per eventualmente modificare il capo di accusa. Sempre Procura e carabinieri hanno richiesto test alcolemici e tossicologici,  nonostante non vi fossero elementi per pensare che il giovane fosse in stato di alterazione al momento dell'omicidio.

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perla1988

Ennesimo caso dell' "amore che uccide"....una violenza da parte dell'uomo contro la donna in quanto donna,un atto in cui, cioe', la violenza e il risultato di una precisa cultura del possesso e della sopraffazione. Quello dunque che distingue il femminicidio da ogni altro omicidio, sia di uomini che di donne, è il movente di genere: la donna vittima di femminicidio ha messo in discussione in qualche modo l'idea che l'assassino aveva del suo ruolo. La donna si è "permessa" di tradirlo, di lasciarlo, di voler vivere una vita diversa da quella che avrebbe "dovuto".
Chi puo' lavorare su tutto questo perche' questo non sia nel futuro di una donna e di un uomo sono, i media che insieme alla famiglia, la scuola e in Italia la Chiesa sono tra le principali agenzie in senso lato "educative".
Ad essere ingabbiati nei nostri ruoli naturali non siamo solo noi donne ma anche gli uomini stessi. La violenza sulle donne si alimenta di una "aggressivita' naturale" degli uomini e di una remissivita' altrettanto naturale per le donne. Per cui,fin da piccolissimi siamo portati a distinguere "giochi da maschio" che generalmente hanno a che fare con la prestanza fisica, dai giochi "da femmina", principalmente legati alla "cura" da questi primi passi si giunge fino all'idea che l'uomo sia per natura, "cacciatore" e la donna per natura, "preda". I bambini forti e aggressivi e le bambine docili e accudenti. Le donne sono normalmente portate a trovare conferma della loro femminilita' nello sguardo "desiderante" degli uomini, gli uomini della loro virilita'nella "quantita"  di prede che riescono a mettere nel sacco. È all'interno di questa cultura arcaica, ma ancora profondamente radicata, che si consumano le violenze sulle donne. E purtroppo parliamo di una cultura ancora ampiamente diffusa, persino tra le giovani generazioni. Gelosia, è una delle parole più' ricorrenti quando giornali e tv parlano di un femminicidio. In aggiunta le parole più'  usate sono raptus, follia, depressione, tragedia familiare, scatto d'ira, amore (amore malato ma sempre amore). Ingredienti che cucinati tutti insieme, inducono anche se non intenzionalmente, a cercare un concorso di colpa da parte della vittima (quasi come se se la fosse cercata) e, dall'altro, se non un povero uomo innamorato preso da una passione irrefrenabile che ha agito in preda a un "raptus" insomma l'assassino non "agisce" ma "reagisce ad un comportamento della vittima. Comportamento che di solito consiste semplicemente nell'affermazione della propria autonomia e liberta'.
"quando sarai più' grande e il tuo cuore avra' più cicatrci sentirai meno dolore man mano se ne apriranno di nuove"