Sto vedendo la replica del terzo documentario, oltre quelli che ho gia' citato sopra, che parla dei Vaticinia, sempre in modo un po' farneticante. È l'episodio 12 della serie Effetto Nostradamus. Alle varie ipotesi si aggiunge una presunta filiazione dalle teorie catare, che vedevano nel papa niente di meno che l'Anticristo. Naturalmente la tavola della Torre viene legata alle Torri Gemelle e via farneticando, tipo Venere confusa con Iside, il glifo del Cancro scambiato per la nostra galassia ecc. ecc. Ma di DIA neanche una parola. Quindi rimane aperta la domanda: chi diamine è DIA ?
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Misteri / Re:Il libro perduto di Nostradamus
Gennaio 22, 2014, 11:53:50 AM
Come promesso, la seconda e, per ora , ultima puntata.
Facciamo un momento il punto: poiche' è impossibile sul web trovare tutte le pagine che contengono solo testo, ho potuto consultare solo le prime due pagine dei Vaticinia nel blog di Enrico Baccarini, redattore tra l'altro della rivista Fenix, che nel numero del 14 dicembre 2009, pp. 14-21, dedica un articolo al libro perduto di Nostradamus, che almeno esprime qualche dubbio sulla paternità del manoscritto e riporta stralci della relazione finale dello studio tecnico che l'ha studiato, lo Studio Crisostomi di Roma. Nel documentario di History Channel dedicato completamente ai Vaticinia gli esperti dello studio di cui sopra dicono chiaramente che i fogli usati nel manoscritto hanno tutti la stessa filigrana; da ciò è giocoforza dedurre che il manoscritto sia stato assemblato in un'unica volta, non sia stato cioè, come a volte capita, messo insieme in un secondo momento con pezzi eterogenei. Ora veniamo al contenuto delle prime pagine, per intenderci quelle scritte, non quelle acquerellate: come ho già accennato contengono una serie di vaticinia, scritti in prosa latina e numerati con numeri romani; il vaticinium primum finisce con la citazione del papa Urbano VIII (Urbanus VIII Barberinus); nel II vaticinium c'è la chiara citazione di Innocenzo X, al secolo Giovanni Battista Pamphilij, nato a Roma (Innocentius X Pamphilius Romanus), successore di Urbano VIII (1644-1655): nel III quella di Alessandro VII, nato Fabio Chigi a Siena (Alex VII Ghisius Senensis), che seguì (1655-1667), fino al VII vaticinium della seconda pagina (ma i vaticinia continuano almeno nella pagina seguente come dicevo introvabile nel web), che cita Alessandro VIII, nato Pietro Vito Ottoboni a Venezia (Alexander VIII Ottobonas Venetus - 1689-1691 -): quindi, a meno che non vogliamo credere che Nostradamus e anche suo figlio erano profeti così bravi da sapere il nome della casata, dove nacquero e quale nome avrebbero assunto, una volta eletti, i papi saliti al soglio pontificio successivamente alla loro morte (cosa che spero non possano ammettere neanche i sostenitori più sfegatati di Nostradamus !) si tratta chiaramente di vaticinia a posteriori. Non posso stabilire quanti altri papi vengano citati con nome, cognome e luogo di nascita nelle pagine seguenti, ma l'ultimo papa citato in questo modo dà un terminus post quem, per la datazione del manoscritto. Siccome però con Alessandro VII, il papa citato nel terzo vaticinium, siamo già almeno al 1655, cioè più di 25 anni dopo la morte di Cesar de Notre Dame (1555-1629), è evidente che il manoscritto è stato redatto anche posteriormente al periodo in cui visse il figlio di Nostradamus: questo non toglie che gli acquerelli possano essere delle copie di un originale precedente, ma i vaticinia scritti, quelli no, non possono essere copie di originali di Nostradamus o almeno non copie fedeli, ma, per così dire, aggiornate con i nomi dei papi successivi. Ed ora bisogna tornare a D.I.A., che viene sciolto, come ho già detto, in Domino Ioacchim Abbate, con riferimento al Liber figurarum di Gioacchino da Fiore (1145c.-1202) sulla cui paternità esistono anche dei dubbi, ma qui la cosa non importa molto. Importante è invece che le figure di Gioacchino da Fiore sono molto diverse dagli acquerelli del nostro manoscritto, non fosse altro per il fatto che sono per lo più' grafici e contengono ampie spiegazioni scritte, mentre gli acquerelli contengono prevalentemente figure umane o animali o ibride tra le due e sono sostanzialmente muti, se si eccettua la presunta frasetta -one male, "un maschio"- che si leggerebbe in inglese sul libro che tiene in mano Giove nella tavola a lui dedicata; a parte il fatto della scarsa significatività della frase stessa (bisogna fare salti mortali di logica, per vedervi adombrato nientemeno che l'Anticristo), ricordo solo che Nostradamus usa e mescola molte lingue, ma non l'inglese e quindi questo potrebbe solo essere un altro indizio a sfavore della paternità di Nostradamus. Se dunque il confronto con il Liber figurarum è negativo, non lo è quello con un altro cult degli esoteristi: mi riferisco alle profezie sui papi di S. Malachia; per esempio Alessandro VII è indicato sia in Malachia che nel vaticinium III del nostro manoscritto come montium custos, con riferimento sembra sia al suo stemma che al fatto di aver fondato i Monti di Pietà, tutte notizie non verificate dalla biografia ufficiale del papa in questione: in particolare i Monti di Pietà sono precedenti e lo stemma solo originariamente conteneva sei colline, che formavano, secondo la terminologia araldica, un monte italiano (6), e una stella doppia a otto punte, mentre al tempo di Alessandro era stato mischiato con quello dei Della Rovere, diventando quadripartito con due roveri (=querce) e due monti, ma comunque la presenza dei monti è accertata. Qualche parola sulle profezie di Malachia: esse contengono, attraverso dei motti loro dedicati, che spesso fanno riferimento ai loro stemmi o ai loro cognomi o a loro caratteristiche particolari, i riferimenti a 112 o a 113 papi, da Celestino II (1143-1144), coevo di Malachia, fino ai giorni nostri (secondo la profezia Benedetto XVI potrebbe essere stato il penultimo o terzultimo papa, a seconda che dopo di lui si inseriscano un papa nero e Petrus Romanus, durante il pontificato del quale ci saranno persecuzioni alla chiesa cattolica e nientemeno che la distruzione di Roma, o solo Petrus Romanus. L'attuale papa, in quanto gesuita, potrebbe essere il tanto controverso papa nero: classico esempio di profezia a posteriori !), ma in realtà comparvero solo in un manoscritto datato 1595, per cui si nota una netta differenza tra la precisione con la quale vengono indicati i papi fino a quella data e la nebulosità con cui vengono rappresentati i papi seguenti (almeno questo è quanto afferma il C.I.C.A.P.; per quanto mi riguarda io trovo nebulose un po' tutte le citazioni: per esempio Urbano VIII è indicato come lilium et rosa; si capisce il giglio, perché questo papa era nato a Firenze e fu anche nunzio apostolico in Francia, ma la rosa che c'entra ? Lo stemma ha tre api). Aggiungo solo che, siccome tra i papi elencati sono inseriti alcuni, non tutti, antipapi (una dozzina), il conto potrebbe essere sbagliato e potremmo essere ancora lontani dall'ultimo papa: infatti non tutti sono d'accordo nell'assegnare i motti ai singoli papi e quindi sono possibili varie attribuzioni. Certo il fatto che ho riportato sopra (Alessandro VII chiamato allo stesso modo da Malachia e dal nostro manoscritto) porta acqua al mulino delle attribuzioni tradizionali, ma non basta per renderle inequivocabili. Comunque, se dalla metà del XII secolo ad oggi i papi elencati sono 112 o 113, tra Urbano VIII e Papa Francesco ne corrono appena una trentina e allora sorge spontanea la domanda: prendendo per buona l'ipotesi che saremmo verso la fine del papato, perché per rappresentare trenta papi, c'è bisogno di ben ottanta acquerelli, più di due a testa ? Ultima notazione: i Vaticinia iniziano pressoché dal momento in cui uscirono le Profezie di Malachia: l'ultimo papa che potette conoscere il compilatore delle profezie di Malachia fu Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini, 1592-1605), 231º pontefice, mentre Urbano VIII fu il 235º: forse questo è significativo. E quindi rimane aperto il problema: come si deve sciogliere D.I.A., se non puo' indicare Gioacchino da Fiore ? Per ora per me è ancora buio fitto, ma azzarderei un'ipotesi: sotto D.I.A. potrebbe celarsi niente di meno che il nome dell'autore materiale del manoscritto stesso, semplice copia di un originale perduto che in alcune sue parti (gli acquerelli) potrebbe risalire ai Nostradamus padre o figlio che fossero. Riuscire a capire chi sia quest'autore è invece tutto un altro paio di maniche. L'unica cosa certa che si puo' dire è che visse durante o dopo il pontificato dell'ultimo papa citato nella prima parte del manoscritto, quello che non si trova sul web; bisognerebbe fare un salto alla Biblioteca Nazionale di Roma !
Facciamo un momento il punto: poiche' è impossibile sul web trovare tutte le pagine che contengono solo testo, ho potuto consultare solo le prime due pagine dei Vaticinia nel blog di Enrico Baccarini, redattore tra l'altro della rivista Fenix, che nel numero del 14 dicembre 2009, pp. 14-21, dedica un articolo al libro perduto di Nostradamus, che almeno esprime qualche dubbio sulla paternità del manoscritto e riporta stralci della relazione finale dello studio tecnico che l'ha studiato, lo Studio Crisostomi di Roma. Nel documentario di History Channel dedicato completamente ai Vaticinia gli esperti dello studio di cui sopra dicono chiaramente che i fogli usati nel manoscritto hanno tutti la stessa filigrana; da ciò è giocoforza dedurre che il manoscritto sia stato assemblato in un'unica volta, non sia stato cioè, come a volte capita, messo insieme in un secondo momento con pezzi eterogenei. Ora veniamo al contenuto delle prime pagine, per intenderci quelle scritte, non quelle acquerellate: come ho già accennato contengono una serie di vaticinia, scritti in prosa latina e numerati con numeri romani; il vaticinium primum finisce con la citazione del papa Urbano VIII (Urbanus VIII Barberinus); nel II vaticinium c'è la chiara citazione di Innocenzo X, al secolo Giovanni Battista Pamphilij, nato a Roma (Innocentius X Pamphilius Romanus), successore di Urbano VIII (1644-1655): nel III quella di Alessandro VII, nato Fabio Chigi a Siena (Alex VII Ghisius Senensis), che seguì (1655-1667), fino al VII vaticinium della seconda pagina (ma i vaticinia continuano almeno nella pagina seguente come dicevo introvabile nel web), che cita Alessandro VIII, nato Pietro Vito Ottoboni a Venezia (Alexander VIII Ottobonas Venetus - 1689-1691 -): quindi, a meno che non vogliamo credere che Nostradamus e anche suo figlio erano profeti così bravi da sapere il nome della casata, dove nacquero e quale nome avrebbero assunto, una volta eletti, i papi saliti al soglio pontificio successivamente alla loro morte (cosa che spero non possano ammettere neanche i sostenitori più sfegatati di Nostradamus !) si tratta chiaramente di vaticinia a posteriori. Non posso stabilire quanti altri papi vengano citati con nome, cognome e luogo di nascita nelle pagine seguenti, ma l'ultimo papa citato in questo modo dà un terminus post quem, per la datazione del manoscritto. Siccome però con Alessandro VII, il papa citato nel terzo vaticinium, siamo già almeno al 1655, cioè più di 25 anni dopo la morte di Cesar de Notre Dame (1555-1629), è evidente che il manoscritto è stato redatto anche posteriormente al periodo in cui visse il figlio di Nostradamus: questo non toglie che gli acquerelli possano essere delle copie di un originale precedente, ma i vaticinia scritti, quelli no, non possono essere copie di originali di Nostradamus o almeno non copie fedeli, ma, per così dire, aggiornate con i nomi dei papi successivi. Ed ora bisogna tornare a D.I.A., che viene sciolto, come ho già detto, in Domino Ioacchim Abbate, con riferimento al Liber figurarum di Gioacchino da Fiore (1145c.-1202) sulla cui paternità esistono anche dei dubbi, ma qui la cosa non importa molto. Importante è invece che le figure di Gioacchino da Fiore sono molto diverse dagli acquerelli del nostro manoscritto, non fosse altro per il fatto che sono per lo più' grafici e contengono ampie spiegazioni scritte, mentre gli acquerelli contengono prevalentemente figure umane o animali o ibride tra le due e sono sostanzialmente muti, se si eccettua la presunta frasetta -one male, "un maschio"- che si leggerebbe in inglese sul libro che tiene in mano Giove nella tavola a lui dedicata; a parte il fatto della scarsa significatività della frase stessa (bisogna fare salti mortali di logica, per vedervi adombrato nientemeno che l'Anticristo), ricordo solo che Nostradamus usa e mescola molte lingue, ma non l'inglese e quindi questo potrebbe solo essere un altro indizio a sfavore della paternità di Nostradamus. Se dunque il confronto con il Liber figurarum è negativo, non lo è quello con un altro cult degli esoteristi: mi riferisco alle profezie sui papi di S. Malachia; per esempio Alessandro VII è indicato sia in Malachia che nel vaticinium III del nostro manoscritto come montium custos, con riferimento sembra sia al suo stemma che al fatto di aver fondato i Monti di Pietà, tutte notizie non verificate dalla biografia ufficiale del papa in questione: in particolare i Monti di Pietà sono precedenti e lo stemma solo originariamente conteneva sei colline, che formavano, secondo la terminologia araldica, un monte italiano (6), e una stella doppia a otto punte, mentre al tempo di Alessandro era stato mischiato con quello dei Della Rovere, diventando quadripartito con due roveri (=querce) e due monti, ma comunque la presenza dei monti è accertata. Qualche parola sulle profezie di Malachia: esse contengono, attraverso dei motti loro dedicati, che spesso fanno riferimento ai loro stemmi o ai loro cognomi o a loro caratteristiche particolari, i riferimenti a 112 o a 113 papi, da Celestino II (1143-1144), coevo di Malachia, fino ai giorni nostri (secondo la profezia Benedetto XVI potrebbe essere stato il penultimo o terzultimo papa, a seconda che dopo di lui si inseriscano un papa nero e Petrus Romanus, durante il pontificato del quale ci saranno persecuzioni alla chiesa cattolica e nientemeno che la distruzione di Roma, o solo Petrus Romanus. L'attuale papa, in quanto gesuita, potrebbe essere il tanto controverso papa nero: classico esempio di profezia a posteriori !), ma in realtà comparvero solo in un manoscritto datato 1595, per cui si nota una netta differenza tra la precisione con la quale vengono indicati i papi fino a quella data e la nebulosità con cui vengono rappresentati i papi seguenti (almeno questo è quanto afferma il C.I.C.A.P.; per quanto mi riguarda io trovo nebulose un po' tutte le citazioni: per esempio Urbano VIII è indicato come lilium et rosa; si capisce il giglio, perché questo papa era nato a Firenze e fu anche nunzio apostolico in Francia, ma la rosa che c'entra ? Lo stemma ha tre api). Aggiungo solo che, siccome tra i papi elencati sono inseriti alcuni, non tutti, antipapi (una dozzina), il conto potrebbe essere sbagliato e potremmo essere ancora lontani dall'ultimo papa: infatti non tutti sono d'accordo nell'assegnare i motti ai singoli papi e quindi sono possibili varie attribuzioni. Certo il fatto che ho riportato sopra (Alessandro VII chiamato allo stesso modo da Malachia e dal nostro manoscritto) porta acqua al mulino delle attribuzioni tradizionali, ma non basta per renderle inequivocabili. Comunque, se dalla metà del XII secolo ad oggi i papi elencati sono 112 o 113, tra Urbano VIII e Papa Francesco ne corrono appena una trentina e allora sorge spontanea la domanda: prendendo per buona l'ipotesi che saremmo verso la fine del papato, perché per rappresentare trenta papi, c'è bisogno di ben ottanta acquerelli, più di due a testa ? Ultima notazione: i Vaticinia iniziano pressoché dal momento in cui uscirono le Profezie di Malachia: l'ultimo papa che potette conoscere il compilatore delle profezie di Malachia fu Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini, 1592-1605), 231º pontefice, mentre Urbano VIII fu il 235º: forse questo è significativo. E quindi rimane aperto il problema: come si deve sciogliere D.I.A., se non puo' indicare Gioacchino da Fiore ? Per ora per me è ancora buio fitto, ma azzarderei un'ipotesi: sotto D.I.A. potrebbe celarsi niente di meno che il nome dell'autore materiale del manoscritto stesso, semplice copia di un originale perduto che in alcune sue parti (gli acquerelli) potrebbe risalire ai Nostradamus padre o figlio che fossero. Riuscire a capire chi sia quest'autore è invece tutto un altro paio di maniche. L'unica cosa certa che si puo' dire è che visse durante o dopo il pontificato dell'ultimo papa citato nella prima parte del manoscritto, quello che non si trova sul web; bisognerebbe fare un salto alla Biblioteca Nazionale di Roma !
#3
Misteri / Re:Il libro perduto di Nostradamus
Gennaio 21, 2014, 10:36:44 AM
Grazie. Debbo segnalare una imprecisione: siccome il
pezzo è stato scritto nel 2009, ci si riferisce all'"attuale pontefice", che naturalmente allora era Benedetto XVI. Di nuovo sorry!
Se vi interessa c'è una seconda (e ultima, state tranquilli !) puntata, che non scioglie tutti i dubbi, ma chiarisce alcune cose.
pezzo è stato scritto nel 2009, ci si riferisce all'"attuale pontefice", che naturalmente allora era Benedetto XVI. Di nuovo sorry!
Se vi interessa c'è una seconda (e ultima, state tranquilli !) puntata, che non scioglie tutti i dubbi, ma chiarisce alcune cose.
#4
Misteri / Il libro perduto di Nostradamus
Gennaio 20, 2014, 06:16:57 PM
Volevo allegare una foto, ma non ci sono riuscita. Sorry!
History Channel "2012: L'ULTIMA PROFEZIA". Tra le altre cose, la solita profezia dei Maya, le Piramidi e la cintura di Orione, gli indiani Hopi ecc. ecc., si parla naturalmente del cosiddetto "Libro perduto di Nostradamus" o Vaticinia Nostradami. Tanto per la cronaca è latino e l'intestazione completa è Vaticinia Michaelis Nostradami de futuris Christi vicariis ad Cesarem filium D.I.A. Interprete, che vuol dire Profezie di Michele Nostradamus sui futuri vicari di Cristo al figlio Cesare secondo l'interpretazione di D.I.A; quindi l'articolo da usare, poiché si tratta di un neutro plurale, anche se finisce in -a, è "i", non "la", come ho letto sul web, parimenti il de regge l'ablativo, plurale in questo caso, e non il genitivo singolare o peggio il nominativo plurale, come ho letto nella voce Vaticinia Nostradami della versione inglese di Wikipedia; la vera questione da risolvere è chi o che cosa è D.I.A. (il solito problema degli acronimi, da sciogliere in base al contesto: io non ci sono ancora riuscita, perché le uniche ipotesi che ho trovato sul web -Dichiarazione inizio attività o Defense intelligence Agency- non si adattano certo al caso specifico e per ora non ho altre idee; si può per ora prendere per buono lo scioglimento di Wikipedia: Domino Ioacchim Abbate, con riferimento a Gioacchino da Fiore). Sempre tanto per la cronaca i vaticinia che seguono nelle prime pagine del manoscritto sono numerati con numeri romani e scritti non in versi come le Centurie, ma in prosa latina; quello che sono riuscita a leggere dalle foto che si trovano sul web è la prima riga del vaticinium primum: Qui habet aurem audiat quid spiritus dicat "Chi ha orecchie ascolti ciò che dice lo spirito"; poi alcune parole qua e là che confermano che si tratta di latino: per decifrare tutto ci vorrebbe almeno un microfilm; ma il manoscritto è noto e studiato per la serie di acquerelli, non si sa se di mano di Nostradamus stesso o del figlio, che contiene, portati a Roma dal figlio e donati al cardinale Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII (1623-1644: questo papa, nato a Firenze due anni dopo la morte di Nostradamus, è noto principalmente per due cose, il processo a Galileo Galilei e lo scempio del patrimonio artistico della Roma antica, principalmente il Colosseo, che gli valse la Pasquinata "Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini". Fu nunzio apostolico in Francia, nei primi anni del '600 durante il regno di Enrico IV di Borbone-Navarra): fu ritrovato alla Biblioteca Nazionale di Roma nel 1982, giusto in tempo per essere collegato alle profezie sulla fine del mondo, il fatidico 21/12/2012. Sebbene qui non me ne occupi, poiché tra queste ci sono delle tavole chiaramente ispirate ai Trionfi dei Tarocchi, la Ruota di Fortuna, la Torre, la Morte, come già dimostrato da un altro documentario di History Channel, tutto incentrato sui Vaticinia, che da un lato si limita a constatare queste consonanze e dall'altro continua con l'interpretazione profetica delle ultime sette tavole, la butto là: che l'intero manoscritto non sia altro che il mazzo di Tarocchi personalizzato di Nostradamus ? Ci saremmo anche con il numero di Tavole: i Tarocchi standard sono 78, 56 Lame e 22 Trionfi; aggiungo solo che anche la Luna e il Sole sono Trionfi, mentre i segni zodiacali fanno parte del mazzo delle Minchiate fiorentine, una variante dei Tarocchi. Un esempio: la tavola che viene riferita all'attuale pontefice presenta a terra due dadi, la cui somma è sei-4+2- e sei figure: quindi potrebbe essere un sei; di che seme ? probabilmene di bastoni, il pastorale con due tratti orizzontali. Nonostante le immagini contenute nel libro siano un'ottantina, gli esoteristi si soffermano in particolare su sette di esse, accomunate da una ruota posta al centro in alto, che viene interpretata, probabilmente in modo corretto, come la ruota del tempo. E qui cominciano i guai e le interpretazioni fantasiose. Io non pretendo di avere capito tutto, ma per prima cosa mi sono chiesta: perché sette ? Il sette, si sa, è un numero ricorrente: i sette peccati mortali, le sette meraviglie del mondo, financo i sette nani e i magnifici sette, ma anche semplicemente i sette giorni della settimana, ciascuno dei quali, pressoché in tutte le lingue occidentali, sia romanze (italiano, francese, spagnolo) che germaniche (inglese, tedesco), prendono nome dai sette pianeti (dove per pianeti astrologicamente parlando si intendono sia il Sole e la Luna che i cinque veri pianeti conosciuti fin dall'antichità, perché visibili ad occhio nudo, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno, secondo l'ordine seguito dai giorni della settimana): questi sette pianeti, sempre dal punto di vista astrologico, sono gli astri guida dei dodici segni zodiacali. Questo è uno dei fondamenti che si apprendono all'inizio dello studio dell'astrologia: naturalmente con la scoperta degli altri (per ora) tre pianeti, le cose si complicarono parecchio (e si cominciò a parlare di pianeti in esaltazione, domicilio, caduta, esilio nei segni), ma ciò qui non interessa, perché queste scoperte furono seguenti all'epoca di Nostradamus (Urano 1781, Nettuno 1848, Plutone 1930). Allora gli astri guida si dividevano così: il Sole era l'astro guida del Leone, la Luna del Cancro, gli altri cinque pianeti erano astri guida dei restanti dieci segni, due per ciascuno, in questo modo: Marte/Ariete/Scorpione, Mercurio/Gemelli/Vergine, Giove/Sagittario/Pesci, Venere/Toro/Bilancia, Saturno/Capricorno/Aquario. Secondo me questa è la chiave di lettura delle sette tavole finali del libro di Nostradamus: nella prima tavola c'è il Cancro (non lo Scorpione, come dice erroneamente il programma di History Channel: l'iconografia del Cancro è varia, talvolta viene indicato con un granchio, ma questa è un'iconografia più recente, talaltra con una specie di aragosta e questo è il caso della tavola di Nostradamus; del resto nel Trionfo della Luna, il Cancro è sempre indicato dall'aragosta; ad abundantiam nella tavola c'è il glifo del Cancro, il cosiddetto 69, che non è una rappresentazione della Via Lattea, galassia con due bracci a spirale, come dice il documentario, attuando il più grosso fraintendimento tra i tanti contenuti in esso) e la Luna, nella seconda il Leone e il Sole, nella terza i Pesci e il Sagittario sotto, sopra Giove (è comprensibile che abbia la corona in testa quale re degli dei, meno chiaro è il significato della chioma fluente e ancor meno perspicuo il disegno contenuto nel libro che tiene in mano), nella quarta lo Scorpione (che è estremamente diverso dal Cancro color aragosta della tavola della Luna, perché è nero ed ha ben in evidenza la coda col pungiglione) e l'Ariete (non l'Agnello di Dio, che tornerà sulla Terra alla fine dei tempi, come di solito si interpreta), mentre Marte è simboleggiato da un braccio che sorregge una spada, nella quinta il Toro e la Bilancia sotto, sopra Venere e suo figlio Cupido (forse: di solito viene raffigurato come un bimbo paffuto, mentre qui è un giovane uomo, iconografia meno frequente, ma comunque esistente, come nel romanzo di "Amore e Psiche": quello che caratterizza Cupido è l'arco con le frecce, che qui è presente; inoltre è bendato e notoriamente l'amore è cieco), nella sesta sotto i Gemelli e la Vergine (non le tre Parche, come si dice nel documentario) e sopra Mercurio, dio, tra le altre cose, del commercio (la barca) e della saggezza (il libro), in quanto identificato con l'egizio Toth nella sua ipostasi di Ermete Trismegisto; nell'ultima tavola abbiamo sopra Saturno, nel cui periodo di regno, la cosiddetta età dell'oro (di solito situata in un passato mitico fuori del tempo: da qui forse la mancanza di raggi della ruota del tempo, che, a guardare meglio, non sembra neanche una ruota, bensì una ghirlanda, una corona di rami intrecciati) la scrittura non era ancora nota (da qui il libro bianco), e sotto il Capricorno e l'Aquario (non è chiaro il perché sia indicato da due figure femminili: l'Aquario è un segno maschile e nel mito è legato o a Ganimede o al fiume Nilo). Certo questo non spiega tutto quello che si trova nelle tavole, come nei casi di Giove e dell'Aquario, ma almeno è un inizio, che le accomuna, per riuscire a capirle: un altro esempio sono i numerosi cartigli che ornano le tavole, i quali potrebbero avere dei significati occulti o essere semplicemente esornativi. Io propendo per questa seconda ipotesi, soprattutto se l'idea che si tratti di Tarocchi può essere fondata: la vera cosa strana però è che i cartigli non contengono alcun testo, anche se contenere delle scritte è uno degli scopi fondamentali per cui sono usati. In generale la mia interpretazione non è una razionalizzazione, ma è semplicemente coerente con ciò che Nostradamus fondamentalmente era, un astrologo, che nelle stelle (e nei pianeti) riteneva fosse scritto il destino dell'uomo. Come al solito, la spiegazione più semplice ha la più alta probabilità di essere quella giusta.
History Channel "2012: L'ULTIMA PROFEZIA". Tra le altre cose, la solita profezia dei Maya, le Piramidi e la cintura di Orione, gli indiani Hopi ecc. ecc., si parla naturalmente del cosiddetto "Libro perduto di Nostradamus" o Vaticinia Nostradami. Tanto per la cronaca è latino e l'intestazione completa è Vaticinia Michaelis Nostradami de futuris Christi vicariis ad Cesarem filium D.I.A. Interprete, che vuol dire Profezie di Michele Nostradamus sui futuri vicari di Cristo al figlio Cesare secondo l'interpretazione di D.I.A; quindi l'articolo da usare, poiché si tratta di un neutro plurale, anche se finisce in -a, è "i", non "la", come ho letto sul web, parimenti il de regge l'ablativo, plurale in questo caso, e non il genitivo singolare o peggio il nominativo plurale, come ho letto nella voce Vaticinia Nostradami della versione inglese di Wikipedia; la vera questione da risolvere è chi o che cosa è D.I.A. (il solito problema degli acronimi, da sciogliere in base al contesto: io non ci sono ancora riuscita, perché le uniche ipotesi che ho trovato sul web -Dichiarazione inizio attività o Defense intelligence Agency- non si adattano certo al caso specifico e per ora non ho altre idee; si può per ora prendere per buono lo scioglimento di Wikipedia: Domino Ioacchim Abbate, con riferimento a Gioacchino da Fiore). Sempre tanto per la cronaca i vaticinia che seguono nelle prime pagine del manoscritto sono numerati con numeri romani e scritti non in versi come le Centurie, ma in prosa latina; quello che sono riuscita a leggere dalle foto che si trovano sul web è la prima riga del vaticinium primum: Qui habet aurem audiat quid spiritus dicat "Chi ha orecchie ascolti ciò che dice lo spirito"; poi alcune parole qua e là che confermano che si tratta di latino: per decifrare tutto ci vorrebbe almeno un microfilm; ma il manoscritto è noto e studiato per la serie di acquerelli, non si sa se di mano di Nostradamus stesso o del figlio, che contiene, portati a Roma dal figlio e donati al cardinale Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII (1623-1644: questo papa, nato a Firenze due anni dopo la morte di Nostradamus, è noto principalmente per due cose, il processo a Galileo Galilei e lo scempio del patrimonio artistico della Roma antica, principalmente il Colosseo, che gli valse la Pasquinata "Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini". Fu nunzio apostolico in Francia, nei primi anni del '600 durante il regno di Enrico IV di Borbone-Navarra): fu ritrovato alla Biblioteca Nazionale di Roma nel 1982, giusto in tempo per essere collegato alle profezie sulla fine del mondo, il fatidico 21/12/2012. Sebbene qui non me ne occupi, poiché tra queste ci sono delle tavole chiaramente ispirate ai Trionfi dei Tarocchi, la Ruota di Fortuna, la Torre, la Morte, come già dimostrato da un altro documentario di History Channel, tutto incentrato sui Vaticinia, che da un lato si limita a constatare queste consonanze e dall'altro continua con l'interpretazione profetica delle ultime sette tavole, la butto là: che l'intero manoscritto non sia altro che il mazzo di Tarocchi personalizzato di Nostradamus ? Ci saremmo anche con il numero di Tavole: i Tarocchi standard sono 78, 56 Lame e 22 Trionfi; aggiungo solo che anche la Luna e il Sole sono Trionfi, mentre i segni zodiacali fanno parte del mazzo delle Minchiate fiorentine, una variante dei Tarocchi. Un esempio: la tavola che viene riferita all'attuale pontefice presenta a terra due dadi, la cui somma è sei-4+2- e sei figure: quindi potrebbe essere un sei; di che seme ? probabilmene di bastoni, il pastorale con due tratti orizzontali. Nonostante le immagini contenute nel libro siano un'ottantina, gli esoteristi si soffermano in particolare su sette di esse, accomunate da una ruota posta al centro in alto, che viene interpretata, probabilmente in modo corretto, come la ruota del tempo. E qui cominciano i guai e le interpretazioni fantasiose. Io non pretendo di avere capito tutto, ma per prima cosa mi sono chiesta: perché sette ? Il sette, si sa, è un numero ricorrente: i sette peccati mortali, le sette meraviglie del mondo, financo i sette nani e i magnifici sette, ma anche semplicemente i sette giorni della settimana, ciascuno dei quali, pressoché in tutte le lingue occidentali, sia romanze (italiano, francese, spagnolo) che germaniche (inglese, tedesco), prendono nome dai sette pianeti (dove per pianeti astrologicamente parlando si intendono sia il Sole e la Luna che i cinque veri pianeti conosciuti fin dall'antichità, perché visibili ad occhio nudo, Marte, Mercurio, Giove, Venere, Saturno, secondo l'ordine seguito dai giorni della settimana): questi sette pianeti, sempre dal punto di vista astrologico, sono gli astri guida dei dodici segni zodiacali. Questo è uno dei fondamenti che si apprendono all'inizio dello studio dell'astrologia: naturalmente con la scoperta degli altri (per ora) tre pianeti, le cose si complicarono parecchio (e si cominciò a parlare di pianeti in esaltazione, domicilio, caduta, esilio nei segni), ma ciò qui non interessa, perché queste scoperte furono seguenti all'epoca di Nostradamus (Urano 1781, Nettuno 1848, Plutone 1930). Allora gli astri guida si dividevano così: il Sole era l'astro guida del Leone, la Luna del Cancro, gli altri cinque pianeti erano astri guida dei restanti dieci segni, due per ciascuno, in questo modo: Marte/Ariete/Scorpione, Mercurio/Gemelli/Vergine, Giove/Sagittario/Pesci, Venere/Toro/Bilancia, Saturno/Capricorno/Aquario. Secondo me questa è la chiave di lettura delle sette tavole finali del libro di Nostradamus: nella prima tavola c'è il Cancro (non lo Scorpione, come dice erroneamente il programma di History Channel: l'iconografia del Cancro è varia, talvolta viene indicato con un granchio, ma questa è un'iconografia più recente, talaltra con una specie di aragosta e questo è il caso della tavola di Nostradamus; del resto nel Trionfo della Luna, il Cancro è sempre indicato dall'aragosta; ad abundantiam nella tavola c'è il glifo del Cancro, il cosiddetto 69, che non è una rappresentazione della Via Lattea, galassia con due bracci a spirale, come dice il documentario, attuando il più grosso fraintendimento tra i tanti contenuti in esso) e la Luna, nella seconda il Leone e il Sole, nella terza i Pesci e il Sagittario sotto, sopra Giove (è comprensibile che abbia la corona in testa quale re degli dei, meno chiaro è il significato della chioma fluente e ancor meno perspicuo il disegno contenuto nel libro che tiene in mano), nella quarta lo Scorpione (che è estremamente diverso dal Cancro color aragosta della tavola della Luna, perché è nero ed ha ben in evidenza la coda col pungiglione) e l'Ariete (non l'Agnello di Dio, che tornerà sulla Terra alla fine dei tempi, come di solito si interpreta), mentre Marte è simboleggiato da un braccio che sorregge una spada, nella quinta il Toro e la Bilancia sotto, sopra Venere e suo figlio Cupido (forse: di solito viene raffigurato come un bimbo paffuto, mentre qui è un giovane uomo, iconografia meno frequente, ma comunque esistente, come nel romanzo di "Amore e Psiche": quello che caratterizza Cupido è l'arco con le frecce, che qui è presente; inoltre è bendato e notoriamente l'amore è cieco), nella sesta sotto i Gemelli e la Vergine (non le tre Parche, come si dice nel documentario) e sopra Mercurio, dio, tra le altre cose, del commercio (la barca) e della saggezza (il libro), in quanto identificato con l'egizio Toth nella sua ipostasi di Ermete Trismegisto; nell'ultima tavola abbiamo sopra Saturno, nel cui periodo di regno, la cosiddetta età dell'oro (di solito situata in un passato mitico fuori del tempo: da qui forse la mancanza di raggi della ruota del tempo, che, a guardare meglio, non sembra neanche una ruota, bensì una ghirlanda, una corona di rami intrecciati) la scrittura non era ancora nota (da qui il libro bianco), e sotto il Capricorno e l'Aquario (non è chiaro il perché sia indicato da due figure femminili: l'Aquario è un segno maschile e nel mito è legato o a Ganimede o al fiume Nilo). Certo questo non spiega tutto quello che si trova nelle tavole, come nei casi di Giove e dell'Aquario, ma almeno è un inizio, che le accomuna, per riuscire a capirle: un altro esempio sono i numerosi cartigli che ornano le tavole, i quali potrebbero avere dei significati occulti o essere semplicemente esornativi. Io propendo per questa seconda ipotesi, soprattutto se l'idea che si tratti di Tarocchi può essere fondata: la vera cosa strana però è che i cartigli non contengono alcun testo, anche se contenere delle scritte è uno degli scopi fondamentali per cui sono usati. In generale la mia interpretazione non è una razionalizzazione, ma è semplicemente coerente con ciò che Nostradamus fondamentalmente era, un astrologo, che nelle stelle (e nei pianeti) riteneva fosse scritto il destino dell'uomo. Come al solito, la spiegazione più semplice ha la più alta probabilità di essere quella giusta.
#5
Misteri / Re:Arepo Sator il quadrato magico
Gennaio 15, 2014, 11:21:56 AM
Preferisco l'esametro palindromo
In girum imus nocte ecce et consumimur igni
che, guarda caso, è anche un bisenso: le falene e (se si interpreta metaforicamente ignis come fuoco della passione) le prostitute.
In girum imus nocte ecce et consumimur igni
che, guarda caso, è anche un bisenso: le falene e (se si interpreta metaforicamente ignis come fuoco della passione) le prostitute.
#6
Misteri / Re:Arepo Sator il quadrato magico
Dicembre 24, 2013, 08:46:55 AM
Prego, non c'è di che. Mi piacerebbe che la mia soluzione si diffondesse: sapete, sono ansiosa di assumere il mio potere sul mondo ! naturalmente sto scherzando: anche quella che chi decifrera' il quadrato assumera' potere assoluto sul mondo è un'altra solenne bufala, come le tante che circolano in giro, come gli anagrammi, la griglia per i maestri costruttori medievali (in questo caso hanno proprio sbagliato quadrato, perche' serve una griglia 4 X 4 e non 5 X 5 come è quella del SATOR: per esempio la Roma quadrata:
ROMA
O .. M
M .. O
AMOR), le sostituzioni numeriche e via farneticando.
ROMA
O .. M
M .. O
AMOR), le sostituzioni numeriche e via farneticando.
#7
Misteri / Re:Arepo Sator il quadrato magico
Dicembre 23, 2013, 01:48:12 PM
Volentieri. Il quadrato (lungi dall'essere una frase palindroma: a cio' osta il fatto che arepo è una parola senza senso) è in realta' un ambigramma (dopo Angeli e Demoni saprete tutti che cos'è) e la frase risultante che è solo ROTAS OPERA TENET è una frase bisenso ( del tipo: mezzo minuto di raccoglimento, che puo' voler dire sia trenta secondi di riflessione interiore che cucchiaino).
Tutto cio' è spiegato chiaramente sulla colonna della palestra di Pompei.
Per le dimostrazioni di quanto asserisco rimando al mio opuscolo "Del latercolo pompeiano" ed. SIMPLE
Tutto cio' è spiegato chiaramente sulla colonna della palestra di Pompei.
Per le dimostrazioni di quanto asserisco rimando al mio opuscolo "Del latercolo pompeiano" ed. SIMPLE
#8
Misteri / Re:Arepo Sator il quadrato magico
Dicembre 22, 2013, 02:59:16 PM
Temo che il post di Lady Ananke contenga un'imprecisione che è alla base di tutti i fallimenti dei tentativi di decifrazione degli ultimi 2000 anni. A Pompei il quadrato non si presenta nella forma
sator arepo tenet opera rotas, bensì nella forma:
ROTAS
OPERA
TENET
AREPO
SATOR.
È questa la chiave primaria per cominciare a decifrare l'enigma.
Io l'ho fatto e ci sono riuscita.
sator arepo tenet opera rotas, bensì nella forma:
ROTAS
OPERA
TENET
AREPO
SATOR.
È questa la chiave primaria per cominciare a decifrare l'enigma.
Io l'ho fatto e ci sono riuscita.
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