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"Black swan - Cigno nero" di Darren Aronofsky

Aperto da Luke_Lucignolo_, Maggio 02, 2013, 02:53:30 PM

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Luke_Lucignolo_

"Black swan – Cigno nero": un film dal potente e disturbante impatto emotivo, introspettivo, un "thriller" psicologico che sfuma in violente tinte "horror" ed erotiche.

Straordinaria è stata l'interpretazione di Natalie Portman, che ha meritatamente vinto l'oscar nel 2011: la sua è stata una prova importante, sia come attrice che come ballerina. Oltre ad essersi duramente allenata, recuperando gli studi di danza abbandonati, l'attrice ha scavato profondamente dentro di sé: il viaggio psicologico di Nina, la protagonista, raggiunge, infatti, i meandri più profondi dell'anima, le nascoste pieghe di un "io" sempre più frammentato, fino ad approdare a quell' ignoto lato oscuro, così dannatamente represso, che emerge, alla fine, nel perfetto e fatale sdoppiamento; l'essere di Nina è violentemente squarciato da un varco incommensurabile, che si apre in lei, incessante, e si sublima in una splendida ed inquietante metamorfosi, resa dal regista anche esteriore, per un maggiore e più efficace impatto sullo spettatore.  :o
L'attenzione di Aronofsky si concentra proprio su questo lato "malvagio" che la protagonista ha sempre posseduto, inconsciamente, dentro di sé, ma che ha costantemente inibito, vittima delle opprimenti cure della madre: è quell'oscura sensualità che, inizialmente, Nina non scorge in sé, ma solo nella sua rivale, vedendo in lei quel "Cigno nero", quell' "io maligno" che non riesce ancora a raggiungere, traguardo necessario se vorrà interpretare alla perfezione gli antitetici ruoli imposti dal balletto. E intanto un'insolita oscurità emerge e cresce, sempre più prepotentemente, dalle profondità del suo essere, un male inasprito e represso che, con rabbia e devastazione, prenderà il sopravvento, senza che lei, quasi, se ne possa rendere conto, fino ad esserle crudelmente fatale, in un progressivo e sempre più intenso "climax": e in questa terribile confusione di oscuri "ii", uno buono e due malvagi, solo apparentemente distinti, Nina crederà di uccidere la sua rivale, colpendo in realtà se stessa.  :-X
"Black swan" è un "film" potente, sotto ogni punto di vista, un "film" che non è stato totalmente apprezzato dalla critica, a causa di alcune scelte, molto spinte, del regista: tutto, però, a mio avviso, rientra in una più grande e complessa dimensione, "fatta" di lacerato essere e di follia, che sfocerà nell'inevitabile e distruttiva metamorfosi della protagonista.
E penso proprio che Aronofsky sia riuscito nel suo arduo intento cinematografico: anche se, a volte, ha ecceduto in immagini crude e truculente, il regista ha comunque saputo mettere in risalto le indiscutibili doti recitative della Portman, conferendo alla pellicola tutta la drammaticità, la tensione e il "pathos" di cui necessitava.
E così l'attrice, da alcuni erroneamente ritenuta algida ed inconsistente, nel 2011 è stata insignita del più prestigioso "oscar" ed ha avuto uno splendido riscatto, donandoci la sua magistrale interpretazione e rivelandosi eccellente "strumento" recitativo, valorizzato ancor più dalle abili mani di Aronofsky. La sua carriera cinematografica, comunque, anche prima di questo ambito traguardo, non si poteva certo definire "acerba": la Portman ha, infatti, debuttato a soli quattordici anni, con la notevole interpretazione in: "Leon", ed ha poi proseguito i suoi studi, anche in teatro, scegliendo attentamente i suoi ruoli e recitando in pellicole come: "Star Wars", "Closer", "V per vendetta", "L'ultimo inquisitore"; certamente, con il discusso e drammatico "Cigno nero", si può affermare, senza ombra di dubbio, che la sua figura interpretativa sia decisamente sbocciata, raggiungendo un ragguardevole livello artistico.
Accanto ai suoi studi cinematografici e teatrali, si affiancano e si annoverano anche quelli universitari e linguistici: ricordiamo, infatti, che Natalie Portman è laureata ad Harvard, proprio in "Psicologia", e che è una vera poliglotta (parla correntemente l'ebraico e l'inglese, conosce il francese, il tedesco, il giapponese e da alcuni anni si dedica allo studio dell'arabo).
Ho trovato un'intervista rivolta all'attrice in occasione della premiazione agli "Oscars": è interessante leggere il suo commento personale sul personaggio che ha interpretato e devo dire che, ancora una volta, non smentisce la sua brillantezza ed elasticità intellettuali.
È interessante constatare quante possano essere le interpretazioni ed i tagli da dare ad un film come questo, che lascia molto spazio alla rielaborazione personale. Riporto alcuni frammenti dell'intervista:
- Nina, il suo personaggio, è una persona che ammira o compatisce?
"Nina ispira probabilmente entrambi i sentimenti: l'ammiro per la sua passione, ma ovviamente sento una gran compassione per il suo stato mentale fragile e per la sua identità frammentata. E una delle cose più belle del film è che può essere interpretato in tanti modi diversi. Io lo vedo come la storia di una giovane ragazza che cresce, diventa donna e uccide la versione infantile di se stessa per far emergere la donna. Per me la fine del film non è una morte, come hanno visto molti, ma una trasformazione".
- "Il Cigno nero" sin dal titolo indaga il labile confine fra purezza e perversione, lo riscontra lei nel reale?
Quello che Nina desidera è la perfezione, e come tutti gli artisti è disposta a distruggersi per trovarla, come me. Anche io sono precisa, molto critica con me stessa, penso sia normale voler dare sempre il massimo quando sai che puoi farlo e che dipende solo da te. Lo stesso vale per Nina: quando cerca di diventare il Cigno nero, qualcosa di oscuro inizia a crescere dentro di lei e si trasforma in una crisi di identità.
- Ma, al di là di Nina, Natalie Portman si sente più Cigno bianco o nero?
Preferirei non definirmi in nessuno dei due modi, posso dire che per artisti e ballerini concentrarsi tanto su un unico obiettivo può diventare una virtù, ma poi c'è sempre un lato più oscuro, un aspetto poco salutare, in cui puoi perderti completamente. Vincent Cassell nel film suggerisce al mio personaggio che l'unico modo per diventare artisti è provare piacere, per poi ritrovare questo piacere nell'arte. Ecco, io la vedo esattamente nello stesso modo. Il Cigno bianco secondo me è chi cerca di piacere sempre agli altri, mentre il nero piace a se stesso in modo molto oscuro. Ed io aspiro a fare cose per piacere a me stessa, non agli altri.

Che dire: spero presto di vederla, come molti sussurrano, nelle vesti di Jackie Kennedy, ruolo in cui, sicuramente, darà prova del suo talento e della sua eleganza.

Luke