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Drammi della gelosia: il FEMMINICIDIO

Aperto da sarah88, Gennaio 20, 2013, 05:13:15 PM

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sarah88

Vanessa Scialfa è il nome dell'ennesima donna uccisa dal suo convivente. È morta a 20 anni strangolata con il cavo del dvd e gettata dal cavalcavia tra Enna e Caltanissetta. Questa la fine di una giovane vita, vittima della gelosia del fidanzato che ha commesso l'omicidio sotto l'effetto di cocaina.

Francesco Lo Presti, 34 anni, sembra l'abbia uccisa per aver pronunciato il nome dell'ex fidanzato. Convalidato l'arresto con l'accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Per Vanessa, inizialmente scomparsa per la polizia, il web si era mobilitato creando diversi gruppi creati su Facebook con l'appello del padre.

In seguito alla notizia dell'omicidio sono intervenute nel dibatto numerose associazioni femminili. Telefono rosa si è appellata al Presidente del Consiglio Monti per denunciare la grave situazione della violenza contro le donne in Italia.

"La buona volontà dei ministri competenti nulla può se su questo tema non si cambia passo. Servono risorse economiche e una Commissione straordinaria per fronteggiare questa terribile piaga. Sono queste le due condizioni senza le quali nessuna azione può realmente portare a dei risultati" – ha affermato  la Presidente di Telefono Rosa, Maria Gabriella Moscatelli – È evidente che strumenti, risorse e azioni al momento in atto non siano sufficienti: negarlo è un'imperdonabile prova di insensibilità e di scarsa comprensione di quanto ogni giorno si vede, si legge e noi urliamo a gran voce insieme alle donne italiane".

Nel 2012 (in soli quattro mesi), infatti, le donne uccise sono state 50, che si aggiungono ai casi di stalking continui.

"Si ha la consapevolezza che nemmeno il 10% delle donne trova la forza di denunciare le violenze subite. Non bastano questi elementi? – conclude la Moscatelli - Cosa si deve aspettare per dare il primo segnale culturale a un Paese che non fronteggia adeguatamente il femminicidio?".

Anche moltissime rappresentanti politiche hanno chiesto al Parlamento e al Governo azioni concrete, ad esempio:

"È stato presentato al Senato un disegno di legge che prevede un fortissimo inasprimento delle pene contro la violenza sulle donne e in particolare quella "nascosta" tra le mura domestiche  -  Lo ha annunciato la senatrice Adriana Poli Bortone -  Il provvedimento appare quanto mai urgente alla luce dei ricorrenti fatti di cronaca, ultimo il gravissimo episodio di Enna. Per combattere il fenomeno del femminicidio serve certamente una nuova cultura della non conflittualità e del rispetto della persona sulla quale lavorare nelle scuole, ma anche  un fortissimo inasprimento delle pene, necessario in una fase di emergenza come quella attuale. Stando ai dati Istat  - ricorda la parlamentare - almeno una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni è stata colpita nella sua vita dell'aggressività di un uomo e nel 63% dei casi, alla violenza hanno assistito i figli. Le più numerose a essere colpite sono le donne più giovani, quelle tra i 16 e i 24 anni: il 96% di loro non parla con nessuno delle violenze subite, è questo il muro che bisogna abbattere".

"In una società che cambia, che si impegna a conciliare visioni del mondo diverse, che chiede a tutti di "partecipare" nelle decisioni e nelle trasformazioni, le donne continuano ad essere percepite come proprietà privata, soprattutto all'interno della famiglia, oggetto di relazioni fatte di dominio e sopraffazione. E per favore, smettiamo di chiamarli "delitti passionali". Dobbiamo aiutare le donne -  ha affermato il gruppo femminile del Pd - a denunciare, a far emergere una violenza sommersa che fa notizia quando diventa fatto di cronaca nera. Chiediamo a tutti di fare di più: agli uomini di prendere la parola contro la violenza in una battaglia culturale di rispetto del corpo delle donne; alle istituzioni di stanziare risorse e rafforzare le politiche -  Roberta Agostini Segreteria Nazionale Partito Democratico, portavoce Conferenza delle donne - a partire dalla ratifica della convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne; e alla magistratura di garantire certezza e severità delle pene".

Anche Empatia dice stop al femminicidio, sostenendo le proposte e le iniziative delle associazioni che si occupano da anni della materia, contro ogni tipo di violenza.

ORIGINE DEL TERMINE FEMMINICIDIO di Graziella Villa:

Con il termine FEMMINICIDIO, oggi, si definiscono non solo gli omicidi di donne, in quanto donne, ma ogni discriminazione e violenza rivolta contro le donne, perché donne. È la violenza di genere in ogni sua forma.

Nel 1992 il vocabolo "Femicide" viene diffuso da Diana Russel nel suo libro "Femicide. The politics of womans killing", il termine indica gli omicidi di donne basati sul genere, ovvero la maggioranza e non solo quelli commessi dai partners o dagli ex, ma anche quelli compiuti dai padri nei confronti delle figlie, che vogliono imporre loro, matrimoni combinati, o controllare totalmente le loro vite, scelte sessuali comprese.

È Marcela Lagarde, antropologa messicana che viene considerata la teorica del "Femminicidio", a sostenere che questo termine debba riguardare tutte le forme di discriminazione e violenza di genere, che sono in grado di annullare la donna nella sua identità e libertà, non solo fisicamente ma anche nella propria dimensione psicologica, nella socialità, nella partecipazione alla vita pubblica,nel luogo di lavoro. Questo vocabolo è salito alla ribalta, in seguito ai fatti di Ciudad Juarez, cittadina messicana ai confini con gli Stati Uniti, dove dal 1992, sono scomparse più di 4500 giovani donne e più di 650 donne sono state stuprate, torturate, uccise e abbandonate nel deserto. Tutto questo è accaduto nel disinteresse delle istituzioni e con la complicità di politica, forze dell'ordine corrotte e criminalità organizzata, che per anni hanno favorito l'insabbiamento delle indagini.
                                                                                                           Fonte web

LaDeA

Una strage infinita, la violenza dentro le mura familiari è quella più subdola e meno comprensibile.
Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Chatta con me! *-*

LaDeA

La sociologa Monica Dotti, a Modena, coordina, insieme ad un team di esperte ed esperti, il centro "Liberiamoci dalla violenza" (Ldv).  Per fermare la violenza sulle donne e il femminicidio bisogna lavorare sugli uomini e "far capire loro che la violenza è una scelta, non è qualcosa che accade".  Il centro è tra le poche strutture pubbliche a livello nazionale che mira ad accompagnare al cambiamento gli uomini autori di violenza contro donne e minori. Attualmente sono in trattamento 20 persone di cui 3 stranieri. Hanno un'eta' compresa tra i 28 e i 65 anni e di diversa estrazione sociale. Solo 2 uomini hanno abbandonato il percorso, mentre 5 lo hanno gia' concluso, hanno cioe' smesso di usare violenza per un tempo considerato consono dagli psicologi. Altri 5 uomini sono in lista di attesa. Il percorso dura al massimo un anno, è del tutto gratuito.
Si parte dalle emozioni che l'uomo ha provato nella fase precedente, durante la violenza e subito dopo, all'assunzione di responsabilità fino alla presa di coscienza dei costi della violenza per la donna e per i figli. In ultimo, si sviluppa il concetto di empatia nei confronti della vittima.  Primo passo del percorso di recupero degli uomini violenti è riconoscere la violenza come un problema con la violenza. Molti uomini, spiegano al centro di Modena, "possono insultare o umiliare la compagna, possono minacciarla, rinchiuderla in casa, strattonarla o picchiarla, costringerla a fare del sesso quando lei non vuole e, nonostante tutto questo, continuano a pensare di non essere violenti. O si rifugiano nell'idea di essere stati provocati". Insomma, non si può risolvere un problema se si continua a negarlo. Liberarsi dalla violenza, si avverte già nel depliant che promuove il centro, "richiede un impegno lungo e faticoso, ma è l'unica strada per affrontare realmente le difficoltà e trovare delle soluzioni alternative".
Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare.
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LaDeA

La Camera approva all'unanimità e ratifica la Convenzione del Consiglio d'Europa su "prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica", siglata a Istanbul l'11 maggio 2011 e che contrasta ogni forma di violenza sulle donne. Il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza.
La Convenzione prevede che gli Stati firmatari istituiscano "uno o più organismi ufficiali responsabili del coordinamento, dell'attuazione, del monitoraggio e della valutazione delle politiche e delle misure destinate a prevenire e contrastare ogni forma di violenza" e "promuovere i cambiamenti nei comportamenti socioculturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini".
Speriamo che questi obiettivi possano essere raggiunti.
Ognuno di noi ha un paio d'ali, ma solo chi sogna impara a volare.
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Luke_Lucignolo_

#4
Siamo a Landriano, in provincia di Pavia. Sono le 4 di notte.
Una lite familiare, tra le mura domestiche, l'ennesima dopo chissà quante.
Il tutto brevemente degenera e si arriva al delitto: Marco Malabarba uccide la moglie e, dopo l'omicidio, conduce il bambino, di due anni, dai nonni paterni.
Avverte poi i carabinieri, confessa e finisce in manette.
Un altro, tragico esempio di femminicidio.
La donna è stata trovata morta, con una profonda ferita al collo, provocata, probabilmente, da un coltello da cucina.
E i soccorsi, nonostante la prontezza, non hanno potuto fare nulla.